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Presentazione a Roma del volume sul pellegrinaggio giapponese tenshō alla curia romana nel 1585

Presentato alla Santa Sede il libro “TENSHŌ 天正”, che narra il pellegrinaggio di quattro ambasciatori giapponesi nel 1585, evidenziando le relazioni tra Giappone e Chiesa cattolica.

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Il 29 maggio 2025, alla Santa Sede è stato presentato il libro "TENSHŌ 天正", che racconta il pellegrinaggio storico di quattro ambasciatori giapponesi nel 1585 alla curia romana, evidenziando il dialogo culturale e religioso tra Giappone ed Europa. - Unita.tv

La mattina del 29 maggio 2025, nella cornice ufficiale della Santa Sede, è stato presentato il libro “TENSHŌ 天正. Diario di un pellegrinaggio giapponese alla curia romana – Fonti manoscritte e a stampa”. L’evento ha attirato esponenti di rilievo provenienti dal mondo ecclesiastico, accademico e diplomatico. Il libro racconta un viaggio storico compiuto da quattro giovani ambasciatori giapponesi in Europa, in un momento decisivo per le relazioni tra il Giappone e la Chiesa cattolica. Questo racconto combina fonti d’archivio con testimonianze preziose, offrendo un quadro dettagliato di un episodio di storica connessione tra due culture lontane.

Il contesto storico e la missione degli ambasciatori giapponesi nel 1585

Nel marzo del 1585, quattro ambasciatori giapponesi intrapresero un viaggio che li portò dalla loro terra natale alla Santa Sede, con l’obiettivo di rafforzare l’alleanza fra il nascente cristianesimo in Giappone e la Chiesa cattolica di Roma. A capo della missione si trovavano giovani scelti da tre daimyo cristiani dell’isola di Kyushu: Omura Sumitada, Arima Harunobu e Otomo Yoshige. Questo pellegrinaggio assumeva un valore sia spirituale che politico, data la posizione di emergente influenza del cristianesimo in Giappone nel XVI secolo. Le tappe del viaggio segnarono contatti importanti e rituali ufficiali celebrati nelle città italiane, dove gli ambasciatori furono accolti con rispetto e attenzione.

La missione era intesa a consolidare legami istituzionali tra un nuovo gruppo religioso in Giappone e la gerarchia romana, in un’epoca in cui la diffusione della fede cristiana nel Sol Levante era accompagnata da forti tensioni politiche e culturali. Per i daimyo coinvolti, l’appoggio della Chiesa cattolica rappresentava uno strumento prezioso nella complessa rete di potere locale. Quel pellegrinaggio ha contribuito a gettare le basi per il rapporto che ancora oggi lega il Giappone con la Santa Sede, rinnovandone la rilevanza storica.

Dettagli della presentazione alla santa sede e presenze istituzionali

L’evento si è svolto nel cuore di Roma, con la partecipazione di figure di spicco come il cardinale Luis Antonio Gokim Tagle, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, e mons. Paolo Giulietti, arcivescovo di Lucca e curatore del volume. Presente anche il rettore della Pontificia Università Urbaniana, Prof. Vincenzo Buonomo, e l’ambasciatore del Giappone presso la Santa Sede, Akira Chiba. Questa combinazione di ospiti ha sottolineato la valenza culturale e diplomatica dell’opera.

Il prestigio dell’assemblea ha dato risalto alla collaborazione accademica dietro il libro, frutto di un lavoro collettivo che ha coinvolto trentasette autori, tra professori universitari e esperti archivisti. Mons. Giulietti ha coordinato il progetto insieme alla prof.ssa Olimpia Niglio dell’Università di Pavia e al prof. Carlo Pelliccia dell’Istituto di linguistica computazionale del CNR. L’opera è stata pubblicata da TAU Editrice, con contributi importanti come quelli di Angelo Allegrini, noto per le sue ricerche sull’archivio storico di Viterbo e la memoria locale.

La presentazione si è svolta con un’atmosfera solenne e rispettosa, dando vita a un’occasione unica per discutere un momento storico poco noto ma rilevante per i rapporti culturali tra Europa e Giappone. Gli interventi hanno posto al centro l’importanza delle fonti storiche e la necessità di mantenere viva la memoria di questi eventi che raccontano un mondo in cambiamento tra XVI e XVII secolo.

Il pellegrinaggio in tuscia: tappe simboliche e valore spirituale

Il libro descrive con precisione il percorso degli ambasciatori tra Montefiascone, Bolsena, Viterbo, Bagnaia e Caprarola. In queste città della Tuscia, la missione giapponese ha ricevuto accoglienze solenni e ha visitato luoghi di rilievo artistico e religioso. A Viterbo, la sosta ha avuto un valore simbolico molto forte per il legame con Santa Rosa, patrona della città.

I giovani ambasciatori, accolti in un alloggio di prestigio, hanno partecipato a momenti di raccoglimento e devozione, fra cui la venerazione della reliquia della mandibola di san Giovanni Battista nella cattedrale di San Lorenzo. Prima di entrare al monastero di Santa Rosa, la loro presenza testimoniò una fusione tra la spiritualità giapponese e quella cristiana europea. L’ospitalità e i riti celebrati indicarono la volontà di creare ponti tra culture e religioni, attraverso un pellegrinaggio che vale per la sua dimensione storica e umana.

Questo passaggio in Tuscia viene ripercorso con attenzione ai dettagli, soprattutto a partire da fonti dell’epoca come i protocolli notarili di Manilio Roselli e opere stampate come il “De missione legatorum Iaponensium ad Romanam Curiam” del 1590. Gli autori mostrano come i viaggiatori abbiano segnato con la loro presenza la storia dei luoghi attraversati, lasciando tracce riconosciute ancora oggi.

Il valore della pubblicazione per il dialogo tra continenti e culture

La nuova edizione di “TENSHŌ 天正” mette a disposizione di storici e studiosi fonti manoscritte e documenti a stampa, rivelando gli intrecci di un dialogo tra Europa e Giappone nato alla fine del XVI secolo. Il volume non si limita a proporre il resoconto del viaggio, ma coniuga rigore filologico a una narrazione che evidenzia i contesti politici e spirituali dell’epoca.

Il lavoro di ricerca ha valorizzato memorie e documenti poco accessibili, offrendo così strumenti per comprendere le dinamiche di una missione legata alla diffusione del cristianesimo giapponese e alle sue relazioni con la Santa Sede. La presentazione ha posto al centro l’importanza di Viterbo e della figura di Santa Rosa, elementi chiave per la storia del pellegrinaggio e per la ricostruzione di un momento di interscambio religioso e culturale.

Questa pubblicazione contribuisce a mantenere vivo il ricordo di un episodio poco conosciuto ma fondamentale per la storia del dialogo interculturale. Mostra come un viaggio di quasi 440 anni fa continui a influenzare le relazioni tra territori così distanti. Un ponte costruito con documenti e passi concreti, che conferma la centralità della memoria storica nei rapporti internazionali contemporanei.