La ex banca d’italia di viterbo torna al centro del dibattito per il futuro uso universitario e urbano
La ex banca d’Italia a Viterbo, danneggiata da un incendio, riaccende il dibattito su possibili destinazioni d’uso per rivitalizzare il centro storico, affrontando anche le problematiche di parcheggio e infrastrutture.

L’ex banca d’Italia di Viterbo, edificio storico e strategico nel centro, è al centro del dibattito per una possibile destinazione universitaria o diversa, ma problemi di parcheggi e ristrutturazione ne complicano il rilancio. - Unita.tv
La struttura che ospitava la ex banca d’Italia a viterbo è tornata sotto i riflettori dopo il rogo che ha danneggiato parte della facoltà di agraria. Il dibattito si concentra sulla possibilità di destinare l’edificio a polo universitario o a usi diversi, in considerazione della posizione strategica nel cuore del centro storico. L’edificio, da tempo inutilizzato, ha un prezzo di vendita molto basso e potrebbe rappresentare un’occasione per rivitalizzare il centro urbano, ma il nodo dei parcheggi e le caratteristiche dell’immobile impongono riflessioni attente.
La posizione e il valore strategico della ex banca d’italia nel centro storico
La ex banca d’Italia si trova in via marconi, una zona centrale di viterbo con importanti attrattive storiche ma anche notevoli problemi urbanistici. L’edificio, definito “la fortezza” per la sua imponenza e potenziale ruolo di deterrente contro il degrado e la microcriminalità, deve il suo valore non solo all’architettura ma anche alla posizione. Ripopolare lo stabile significherebbe contribuire alla sicurezza e a una migliore vivibilità della zona.
Tra le idee avanzate, quella di ospitare uffici o strutture per la ricettività turistica di alto livello, accanto a un polo universitario. L’immobile però ha bisogno di importanti lavori di ristrutturazione per garantirne l’uso futuro e l’adattamento alle esigenze contemporanee. La trattativa è agevolata dal prezzo contenuto, appena 2,6 milioni di euro, meno di 350 euro per metro quadro, un valore fuori mercato rispetto agli standard normali per immobili simili in centro.
La peculiarità della zona impone però una riflessione specifica sui limiti della struttura e sulle infrastrutture esistenti, soprattutto per quanto riguarda la mobilità e i parcheggi. La scelta della destinazione d’uso deve tenere conto di questi elementi per evitare che un nuovo insediamento diventi un ulteriore problema per il traffico e la fruizione della zona.
Limiti nei parcheggi e infrastrutture urbanistiche locali
Una delle questioni principali è rappresentata dalla mancanza di parcheggi adeguati nei pressi della ex banca d’Italia. Le aree di sosta più vicine, come quelle al sacrario o sopra piazza verdi, non riescono a coprire le esigenze di studenti, docenti e personale amministrativo che un polo universitario attirerebbe ogni giorno.
Le peculiarità costruttive dell’immobile aggravano il problema. Infatti, il piano interrato confina con il canale che racchiude il fiume urciono, situato sotto la strada. Questo rende impraticabile qualsiasi lavoro volto ad ampliare il parcheggio sotterraneo senza mettere a rischio la stabilità dell’edificio. Le possibilità di realizzare un garage interrato sono limitate a dimensioni minime, insufficienti per un uso intensivo.
Il tema dei parcheggi resta quindi un nodo cruciale ancora poco approfondito nei dibattiti pubblici e politici. Senza soluzioni concrete per questo aspetto, qualsiasi progetto di rilancio rischia di essere inefficace o comunque penalizzante per la vivibilità del centro storico. L’assenza di spazi per automobili contribuisce a scoraggiare presenze permanenti e attività economiche lungo le vie del cuore cittadino.
L’inadeguatezza della ex banca d’italia per la facoltà di agraria e altre proposte
Qualcuno ha ipotizzato di trasferire la facoltà di agraria nella ex banca d’Italia, idea che a un’analisi più attenta appare poco realistica. L’edificio ha un’architettura inadatta a ospitare laboratori dove si manipolano sostanze volatili o altri materiali tipici delle scienze agrarie. Anche gli accessi limitati rappresentano un problema logistico significativo.
Trasferire agraria in pieno centro storico comporterebbe difficoltà operative e restrizioni legate anche alla sicurezza e alla normativa ambientale. Al contrario, la struttura potrebbe ospitare facoltà più in linea con l’ambiente urbano e le caratteristiche dell’edificio. Si ipotizza una sede per legge, archeologia o perfino per nuove proposte accademiche come scienze storiche o architettura, discipline che valorizzerebbero il contesto storico senza necessità di spazi e laboratori particolari.
Optare per questi corsi potrebbe favorire un rilancio culturale importante, sia per gli studenti sia per la città. Tali facoltà possono attrarre un pubblico che vive e frequenta il centro storico, creando occasioni di confronto e sviluppo per tutta la comunità cittadina.
Rilancio urbano: parcheggi e nuove funzioni
L’assenza di parcheggi è uno degli ostacoli maggiori alla rinascita del centro storico di viterbo. Negli anni commercianti e imprenditori hanno lamentato una diminuzione della frequentazione, attribuendola soprattutto alla scarsa comodità di accesso. Le famiglie e i residenti preferiscono evitare il centro perché poco fruibile in termini di mobilità.
Proposte recenti puntano a creare nuovi parcheggi sotterranei sotto piazze importanti, come piazza della rocca. L’ampliamento dell’offerta di sosta potrebbe stimolare l’interesse a vivere il centro quotidianamente e sostenere iniziative culturali, commerciali ed educative legate a una città più vivace.
La riqualificazione di edifici come l’ex banca d’Italia o l’ex cinema metropolitan dipende anche dalla disponibilità di posti auto. Entrambi gli immobili sono grandi strutture vuote che potrebbero ospitare nuove funzioni. Senza interventi sulle infrastrutture di sosta, però, rischiano di rimanere inutilizzate.
Il dibattito riacceso sulla ex banca d’Italia, dopo il rogo alla facoltà di agraria, rappresenta dunque un’opportunità per ripensare l’intero centro storico. La rivalutazione di questi spazi può accompagnarsi a strategie che bilancino tutela del patrimonio storico e nuove necessità di una città contemporanea.