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Impegni internazionali sulla tutela degli oceani e le sfide dopo la conferenza onu di nizza 2025

La conferenza delle Nazioni Unite a Nizza ha visto l’impegno di 60 capi di Stato per la protezione degli oceani, ma restano sfide significative nella realizzazione degli obiettivi ambientali.

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La terza conferenza ONU sugli oceani a Nizza ha visto nuovi impegni internazionali per la protezione marina, ma restano sfide su attuazione, finanziamenti e lotta al cambiamento climatico. - Unita.tv

La terza conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani si è conclusa a Nizza a metà giugno 2025, portando sotto riflettori internazionali la situazione dei mari e delle comunità costiere. I vari Paesi hanno preso nuovi impegni per fermare il degrado degli ecosistemi marini e favorire un uso sostenibile delle risorse oceaniche. Il coinvolgimento di 60 capi di Stato ha segnato una svolta per l’attenzione globale sui temi marini, ma emergono dubbi sul passaggio dalle promesse ai fatti concreti. In particolare, la protezione delle acque profonde e la lotta contro il cambiamento climatico restano priorità complesse da affrontare.

I progressi nella ratifica del trattato sugli alti mari e l’obiettivo 30×30

Durante la conferenza, 19 nuovi paesi hanno firmato il trattato internazionale sugli alti mari, portando a 51 il numero totale dei firmatari, tra cui l’Unione europea. Questa cifra si avvicina alla soglia necessaria di 60 per rendere operativo l’accordo, che prevede la creazione di aree marine protette anche in acque internazionali. Il trattato è uno strumento chiave per rispettare il Quadro globale per la biodiversità, che mira a tutelare almeno il 30% degli oceani entro il 2030. Attualmente, la protezione riguarda circa l’8% delle acque marine, ma gli impegni presi porterebbero quella copertura all’11% circa. Per raggiungere il target 30×30 è però urgente accelerare l’attuazione e migliorare la gestione delle aree protette, rendendole efficaci nel bloccare attività dannose come la pesca e l’inquinamento. Senza ulteriori investimenti e controlli, rischia di restare solo un obiettivo sulla carta.

Sfide legate a finanziamenti e gestione per la conservazione globale degli oceani

La conferenza ha visto l’annuncio di nuovi impegni finanziari per tutelare gli oceani, ma restano ancora aperti grandi divari economici. Servono circa 175 miliardi di dollari all’anno per sostenere le misure necessarie entro il 2030, cifra che comprende investimenti per la protezione, gestione sostenibile e supporto alle comunità locali e indigene. Queste ultime svolgono un ruolo fondamentale nella salvaguardia delle risorse marine. Il WWF ha sottolineato che i fondi annunciati finora non bastano e che servono risorse più consistenti e una distribuzione più equa. La gestione delle aree marine protette deve inoltre tutelare gli habitat da pesca eccessiva, cambiamenti climatici e inquinamento. Sono necessarie strategie che coinvolgano direttamente le popolazioni costiere, spesso le più dipendenti dagli oceani per il loro sostentamento.

Accordi sulla pesca, inquinamento plastico e lo stop all’estrazione nei fondali marini

Sul fronte degli accordi concreti, oltre 100 Paesi hanno ratificato l’intesa sull’organizzazione mondiale del commercio per eliminare i sussidi che incentivano la pesca illegale e non sostenibile. Per l’entrata in vigore mancano meno di dieci ratifiche. Questo passo potrebbe aiutare a fermare la sovrapesca e a favorire il recupero degli stock ittici. Allo stesso tempo, oltre 90 nazioni hanno mostrato sostegno a un trattato globale contro l’inquinamento da plastica, un problema che continua a mettere a rischio la vita marina. Resta però da superare ostacoli politici prima della prossima fase negoziale a agosto. Altro tema delicato è l’estrazione mineraria nei fondali oceanici profondi. Una moratoria precauzionale ha ricevuto l’adesione di 37 Stati e diverse aziende, segno che cresce la consapevolezza della necessità di attendere dati scientifici più solidi prima di concedere via libera a queste attività.

Iniziative per proteggere le barriere coralline e contrastare il declino di squali e razze

Alcuni Paesi, insieme al WWF, hanno avviato programmi per salvaguardare barriere coralline resistenti agli effetti del riscaldamento globale, ma il successo dipende dalla capacità di ridurre le emissioni di gas serra. Il cambiamento climatico rappresenta una minaccia diretta agli ecosistemi marini. La conferenza ha lanciato anche la Global Coalition to Halt the Extinction of Threatened Sharks and Rays, un gruppo guidato dalla Francia per proteggere squali e razze, specie fondamentali per l’equilibrio marino spesso vittime di sovrapesca. Inoltre WWF ha presentato BlueCorridors.org, una piattaforma digitale che unisce dati sul tracciamento delle balene alle informazioni sulle minacce oceaniche. Questo strumento faciliterà il lavoro di scienziati e decisori per pianificare misure protettive aggiornate.

Il ruolo strategico dell’Italia nel Mediterraneo e le aspettative future

Giulia Prato, responsabile del programma mare WWF Italia, ha rimarcato l’importanza che l’Italia svolge nel Mediterraneo, un mare ricco di biodiversità ma fortemente in pericolo. La comunità internazionale accelera sulle azioni di tutela e il nostro Paese deve assumere un ruolo attivo, soprattutto nella ratifica del trattato BBNJ sugli alti mari e nel sostenere la moratoria sull’estrazione dai fondali oceanici. Prato ha insistito sulla necessità che l’Italia promuova la gestione efficace delle aree marine protette, puntando al 30% entro il 2030. Salvaguardare il mare nazionale è imprescindibile non solo per l’ambiente ma anche per le economie locali e le generazioni future. La leadership italiana potrebbe rappresentare un modello virtuoso nel Mediterraneo se riuscirà a sostenere azioni concrete e coordinate.

La conferenza ONU di Nizza ha segnato un momento di attenzione globale sul destino degli oceani, con più firme e impegni in campo rispetto al passato, ma resta aperta la partita sull’effettiva traduzione in misure che possano davvero invertire il declino degli ecosistemi marini. I prossimi mesi saranno decisivi per consolidare i progressi e affrontare senza indugi le minacce più pesanti.