I giochi della speranza a rebibbia: sport e legalità in campo nel carcere romano
I Giochi della Speranza, tenutisi alla Casa Circondariale Rebibbia, hanno unito detenuti, polizia penitenziaria e magistrati in competizioni sportive per promuovere inclusione e rispetto all’interno del sistema penitenziario.

I "Giochi della Speranza" sono un torneo multidisciplinare organizzato nella Casa Circondariale di Rebibbia per promuovere inclusione, rispetto e socialità attraverso lo sport tra detenuti, polizia penitenziaria, magistrati e società civile. - Unita.tv
L’iniziativa dei giochi della speranza è nata con l’idea di mettere in luce il ruolo che lo sport può avere all’interno del sistema penitenziario, favorendo inclusione e rispetto. La prima edizione si è svolta alla Casa Circondariale Rebibbia N.C. Raffaele Cinotti, dove detenuti, polizia penitenziaria, magistrati e rappresentanti della società civile si sono confrontati in diverse discipline sportive. L’evento, promosso dalla Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport e dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ha coinvolto anche giovani del Centro Sportivo Italiano , nel contesto del Giubileo degli sportivi. L’appuntamento intende offrire spunti concreti per riflettere su come lo sport possa rappresentare uno strumento di recupero e socialità lontano dal carcere.
Organizzazione e squadre protagoniste dei giochi
La Casa Circondariale Rebibbia ha ospitato una vera e propria “olimpiade” di sport, voluta dalla rete dei magistrati Sport e Legalità insieme alla Fondazione Giovanni Paolo II e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Quattro squadre si sono sfidate: i detenuti, la polizia penitenziaria, i magistrati e una rappresentanza della società civile. Le discipline praticate spaziavano dal calcio a 5 alla pallavolo, passando per atletica leggera, tennis tavolo, calcio balilla e scacchi. L’aspetto multidisciplinare di questa sfida ha fatto emergere le diverse abilità e la competitività nell’ambito di valori condivisi come il rispetto delle regole. Al termine della giornata, la polizia penitenziaria si è aggiudicata il primo posto in classifica.
Varietà nelle discipline per coinvolgere
L’organizzazione ha puntato molto sulla varietà delle discipline sportive per coinvolgere un numero ampio di partecipanti. Il torneo multidisciplinare ha permesso di superare barriere e favorire l’interazione fra persone con ruoli sociali molto diversi. Lo spazio dedicato alle gare è stato concepito per valorizzare le diverse attitudini e garantire un clima sereno di confronto e svago. Tali elementi sono considerati fondamentali per costruire una quotidianità più positiva all’interno degli ambienti carcerari.
Il ruolo dello sport secondo il presidente del coni giovanni malagò
Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha preso parte all’iniziativa esprimendo apprezzamento per questo tipo di appuntamenti. Malagò ha sottolineato come lo sport sia in grado di impartire insegnamenti, tra cui il rispetto delle regole e degli arbitri, valori spesso già presenti all’interno delle carceri. Ha richiamato l’attenzione sull’impegno storico del Comitato Olimpico nel sostenere soggetti marginalizzati, tra cui immigrati, persone detenute e chi si trova in condizioni di svantaggio.
Sport come partecipazione e dialogo
Secondo Malagò, lo sport rappresenta una forma di partecipazione e di dialogo che va oltre la semplice competizione. L’evento a Rebibbia ha dimostrato quanto lo sport possa contribuire a instaurare un clima di rispetto reciproco anche in un contesto complesso come quello penitenziario. L’attenzione verso persone in difficoltà sociali trova nello sport un canale per recuperare dignità e costruire relazioni positive, sancendo un legame tra attività fisica e valori civili.
L’esperienza di manuel, voce dei detenuti di rebibbia
Manuel, che ha rappresentato i detenuti di Rebibbia durante i Giochi della Speranza, ha voluto ringraziare gli organizzatori per la possibilità di vivere una giornata dedicata allo sport. Ha evidenziato come questa esperienza abbia consentito ai partecipanti reclusi di interagire, distrarsi e provare qualcosa di diverso dal solito ambiente carcerario. Per lui, l’iniziativa ha avuto un impatto significativo, restituendo momenti di serenità e spazi di confronto.
Sport come occasione di socialità alternativa
Questa partecipazione diretta ai giochi ha offerto ai detenuti occasioni di socialità alternative rispetto alla routine quotidiana. Il dialogo con gli altri gruppi favorisce un clima di condivisione. Attraverso lo sport è possibile mettere da parte le distanze sociali, aprendosi a dimensioni di coesione e rispetto. Per Manuel e per molti altri coinvolti, il progetto rappresenta una concreta dimostrazione del potere dello sport per il benessere personale e collettivo.
Il futuro dei giochi della speranza e il modello da replicare
I Giochi della Speranza a Rebibbia costituiscono la prima edizione di un progetto pensato per diffondersi in altri istituti penitenziari. L’obiettivo è quello di promuovere un modello che aiuti a migliorare la convivenza tra detenuti e operatori attraverso attività sportive condivise. La speranza è che questo tipo di iniziative contribuisca a creare spazi più armonici, favorendo serenità e rispetto.
Sport come pratica educativa e sociale
Il torneo vuole diventare uno strumento per valorizzare lo sport come pratica educativa e sociale. Chi vive la detenzione trova nella partecipazione un’occasione per la crescita personale e per il reinserimento dentro e fuori dal carcere. Le prime testimonianze, come quelle raccolte a Rebibbia, indicano che lo sport può rappresentare un punto di partenza concreto per ricostruire relazioni e creare momenti positivi all’interno di contesti sfidanti. Sul piano organizzativo, si punta a adattare il format secondo le specificità dei singoli istituti, per favorire la più ampia partecipazione possibile.