Secco no unanime del consiglio comunale di acquapendente al progetto invasi sul fiume paglia
Il Consiglio Comunale di Acquapendente respinge all’unanimità il progetto di invasi sul fiume Paglia, evidenziando preoccupazioni ambientali e richiedendo maggiore coinvolgimento della comunità nel processo decisionale.

Il Consiglio Comunale di Acquapendente ha respinto all’unanimità il progetto di invasi sul fiume Paglia, suscitando un acceso dibattito con l’Autorità di Bacino Appennino Centrale, che ne sottolinea l’importanza per la gestione idrica e la mitigazione dei rischi climatici, mentre prosegue il confronto pubblico. - Unita.tv
La questione dei sistemi di invasi sul fiume Paglia sta creando forti tensioni nella comunità di Acquapendente e nell’area circostante. Il Consiglio Comunale ha espresso un rifiuto netto e unanime al progetto, che mira a realizzare opere di contenimento idraulico e accumulo d’acqua. Da parte sua, l’Autorità di Bacino Appennino Centrale insiste sull’importanza strategica dell’intervento per la gestione delle risorse idriche e la protezione dal rischio alluvioni nel Centro Italia. A emergere è un confronto acceso ma anche una volontà di dialogo e confronto pubblico.
Il consiglio comunale di acquapendente respinge il progetto invasi sul fiume paglia
Nella seduta del Consiglio Comunale di Acquapendente, tenutasi pochi giorni fa, i rappresentanti eletti hanno votato contro il piano di realizzazione dei sistemi di invasi sul fiume Paglia. La decisione è stata presa all’unanimità, mostrando un’opposizione compatta. L’istanza nasce da preoccupazioni legate all’impatto ambientale, alla gestione del territorio e alle ripercussioni sulle comunità locali. Acquapendente si trova infatti in una posizione delicata, tra la tutela delle risorse naturali e la risposta ai rischi idraulici che il territorio affronta.
Il no deciso evidenzia una richiesta di maggior attenzione alle esigenze della cittadinanza, esclusa o poco coinvolta in fasi progettuali precedenti a quanto riportato. Inoltre, il Consiglio contesta la mancanza di garanzie chiare riguardo le conseguenze sul paesaggio e sulla biodiversità della zona. Molti consiglieri hanno sottolineato la necessità di alternative che non compromettano l’ecosistema locale. Il voto emblematico di Acquapendente riflette un clima di sfiducia verso soluzioni percepite come imposte dall’alto senza un’effettiva considerazione delle esigenze territoriali.
La risposta dell’autorità di bacino appennino centrale e la visione pubblica sul progetto
Marco Casini, segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale, ha risposto in modo misurato alle critiche espresse dal Consiglio Comunale, preferendo concentrarsi sugli obiettivi dell’opera senza entrare in polemiche. Ha ricordato che il progetto si pone l’ambizione di diventare un sistema integrato per gestire le risorse idriche e ridurre i rischi idraulici nell’area del centro Italia, colpita sempre più frequentemente da eventi estremi causati dai cambiamenti climatici.
Un elemento centrale nella fase attuale è il dibattito pubblico, al quale hanno partecipato numerose figure istituzionali di rilievo, come Angelica Catalano, direttore generale per le dighe e infrastrutture energetiche del MIT, Manuela Rinaldi, assessora della regione Lazio, Thomas De Luca, assessore dell’Umbria e Ornella Segnalini, assessora di Roma Capitale. La partecipazione di questi rappresentanti sottolinea la natura interregionale del progetto, che interessa Toscana, Lazio e Umbria.
Casini ha evidenziato come la costruzione degli invasi non si limiti a contenere le esondazioni, ma punti anche a migliorare l’adattamento del territorio alle condizioni climatiche che si stanno aggravando con il tempo. L’opera prevede la raccolta e conservazione delle acque per usi agricoli e ambientali, contribuendo a rafforzare la capacità dei territori di fronte a periodi di siccità o alluvioni. Il segretario insiste sul fatto che il progetto prosegue seguendo una discussione aperta e partecipata con cittadini e stakeholder coinvolti.
Obiettivi chiave del progetto invasi e i territori coinvolti
Il progetto annunciato dall’Autorità di Bacino Appennino Centrale si articola su tre obiettivi fondamentali. Primo, la mitigazione del rischio idraulico legato alle esondazioni del fiume Paglia. Il fiume è un affluente del Tevere e uno dei punti critici per le alluvioni nella zona centrale d’Italia.
Secondo, l’accumulo di risorse idriche da impiegare a fini ambientali e agricoli. Quest’aspetto è vitale per assicurare scorte d’acqua durante i periodi di scarsità, sostenendo sia gli ecosistemi che le attività produttive.
Terzo, il potenziamento della resilienza del territorio rispetto ai cambiamenti climatici, fenomeno che sta modificando il regime idrico e rende più frequenti eventi meteo estremi. La creazione di invasi serve a offrire un sistema di difesa più solido e a garantire risposte rapide alle emergenze.
Territori interessati e collaborazione istituzionale
Il progetto coinvolge tre regioni: Toscana, Lazio e Umbria, con una collaborazione istituzionale e tecnica fra enti regionali e locali. Tale caratteristica ne fa un intervento dai confini ampi, che richiede accordi e condivisioni a vari livelli. Pur trovando opposizioni in alcuni territori, l’Autorità di Bacino sostiene che questa visione a lungo termine possa migliorare la sicurezza e la gestione delle acque in un’area molto estesa e complessa da tutelare.
Il dibattito pubblico come strumento di confronto e partecipazione
Il percorso che sta seguendo il progetto dei sistemi di invasi sul fiume Paglia prevede un confronto diretto e aperto con la popolazione e le realtà interessate. Le consultazioni pubbliche sono state organizzate per illustrare nel dettaglio gli interventi previsti e mettere in luce le criticità e le potenzialità dell’opera. Questo passaggio ha permesso il confronto con cittadini, associazioni e autorità locali, chiamate a esprimere opinioni e suggerimenti.
Il coinvolgimento di più assessori e tecnici di rilievo evidenzia l’attenzione dedicata alla trasparenza e al dialogo. Gli incontri hanno accolto contributi concreti e richieste specifiche di informazioni, spesso riguardanti l’impatto ambientale e la sicurezza idraulica. Questi momenti hanno fornito un quadro più completo per una valutazione condivisa.
Nonostante alcune preoccupazioni permane una volontà di non chiudere il confronto, ma di proseguire un cammino che tenga conto anche delle istanze locali. Alcune iniziative prevedono ulteriori sopralluoghi e approfondimenti per verificare come le opere possano integrarsi con il territorio senza provocare danni ambientali e sociali.
Nel progetto si respira la tensione fra esigenze di tutela idraulica e ambientale e la necessità di garantire alla popolazione sicurezza e sviluppo sostenibile. Un equilibrio difficile da raggiungere, che richiede persistente attenzione alle opinioni e ai dati sul campo.