Montefiascone, quattro serate dedicate ai documentari con focus su donne, identità e creatività
L’estate 2025 a Montefiascone si anima con l’Est Film Festival, presentando documentari che esplorano esperienze femminili e identitarie, sostenuti dall’associazione Factotum ETS e dal comune.

L’estate 2025 a Montefiascone si anima con la sezione documentari dell’Est Film Festival, organizzata da Factotum ETS, che propone storie di donne, radici culturali e resilienza, con il sostegno del Comune e una giuria di esperti. - Unita.tv
L’estate 2025 a Montefiascone si apre con una serie di eventi culturali organizzati dall’associazione Factotum ETS, che presenta la sezione documentari all’interno della diciannovesima edizione dell’Est Film Festival. Quattro serate al cinema multisala Gallery hanno portato sullo schermo storie intense, tra cui un’attenzione particolare alle esperienze femminili, radici culturali e percorsi artistici segnati da difficoltà e resilienza. L’iniziativa si affianca al concorso che si terrà a luglio per l’assegnazione dell’arco di argento e del premio in denaro.
Il festival e la nuova edizione dedicate ai racconti per immagini
L’Est Film Festival organizzato da Factotum ETS è da quasi vent’anni un punto di riferimento per Montefiascone e per il territorio circostante. Quest’anno la sezione documentari ha proposto appuntamenti serali al cinema multisala Gallery, creando un momento di incontro tra pubblico e autori. La rassegna è stata pensata come un viaggio attraverso storie legate a temi sociali e identitari, che arrivano con forza e onestà allo spettatore. A Montefiascone la cultura si fa spazio con una programmazione autonoma e sostenuta, inserita nel quadro delle attività comunali guidate dalla giunta di Giulia De Santis, attenta a costruire legami duraturi tra istituzioni e iniziative culturali.
Donne e lavoro, un racconto spesso nascosto nel documentario di roberto carta
“Donne di miniera” di Roberto Carta ha portato l’attenzione su un capitolo poco noto della storia del lavoro: la presenza femminile nelle miniere. Un settore tradizionalmente collegato solo agli uomini, che qui viene reinterpretato attraverso la lotta e il coraggio delle donne impegnate a rompere barriere sociali e culturali. Le immagini del documentario raccontano di donne che hanno saputo affermarsi in un ambiente controcorrente, contribuendo a conquistare diritti e spazi, spesso pagando un prezzo alto in termini di fatica e discriminazione. La proposta mostra uno spaccato di progresso che illumina il presente, spiegando come queste esperienze abbiano influito sulla condizione femminile nei decenni successivi.
Antonella de lillo tra memoria personale e difficoltà nel mondo del cinema
Il documentario “L’occhio della gallina” rappresenta un’autoriflessione intensa di Antonella De Lillo, regista vittima di un conflitto legato alla distribuzione di uno dei suoi film più noti. Questa vicenda ha marginalizzato la sua carriera e l’ha costretta a confrontarsi con le difficoltà di un’industria che non sempre premia il talento né riconosce la fatica degli autori indipendenti. Il racconto si snoda tra interviste, materiale d’archivio e momenti di ricostruzione biografica che mettono in luce l’impegno costante di De Lillo nell’affermare la propria voce. Il film diventa così un simbolo di resistenza e di necessità di affermare un’identità artistica anche quando il sistema sembra non volerla accogliere.
La ricerca delle radici culturali di costanti rasu in bessarabia
Per Costanti Rasu, documentarista moldavo trasferitosi in Italia da piccolo, il ritorno nella terra natia si trasforma in un percorso d’identità e di memoria. “Bessarabia” racconta questo viaggio in una regione piena di contraddizioni e tensioni, oggi minacciata da un rischio di conflitto armato. Attraverso il suo sguardo, Rasu mostra come la vita di una persona possa cambiare in base a come viene percepita dalla società, passando dall’essere parte di una comunità a sentirsi straniero. Il documentario approfondisce il rapporto con la cultura e le radici, esplorando il tema dell’appartenenza in un contesto segnato da incertezze politiche e sociali.
Caroline von der tann e la storia di ciretta tra religione e marginalità
Il lavoro di Caroline Von Der Tann, “Vangelo secondo Ciretta”, racconta un personaggio particolare che vive a Napoli, tra religione, fantasia e realtà difficile. Ciretta, giovane legata alla Madonna Addolorata ma con un passato di prostituzione, abita in una struttura trasformata in teatro assieme ad un anziano senzatetto, Angelo Giordano. Il film mostra come l’arte e il sostegno sociale possano creare una rete di sostegno in un ambiente urbano spesso ostile. Durante il lockdown, questo gruppo di animatori culturali ha aiutato persone senza dimora con gesti concreti, come la consegna di cibo da balconi. Il documentario esplora la forza dell’umano in situazioni estreme e la vita sospesa tra sofferenza e speranza.
La giuria e il sostegno comunale all’evento culturale
La selezione dei finalisti per l’arco di argento prevede un ruolo importante della giuria formata da professionisti del cinema e della cultura italiana. I nomi presenti includono Giampaolo Sodano, Claudio Siniscalchi, Claudio Di Mauro, Giancarlo Governi, Claudio Sestieri, Francesca Brunori, Ambrogio Lo Giudice, Danilo Maestosi ed Erminia Pellecchia. Il loro compito sarà valutare le opere con attenzione e sensibilità. Il comune di Montefiascone ha esteso appoggio e collaborazione, favorendo una gestione autonoma dell’evento mai vista con le amministrazioni passate. Questo collegamento tra istituzioni e organizzazione segna un passo importante nella valorizzazione della scena culturale locale.