La legge contro l’uccisione dei pulcini maschi ferma al palo nonostante il voto del parlamento italiano
Manifesti a Roma denunciano il ritardo nell’attuazione della legge del 2022 che vieta l’uccisione dei pulcini maschi, sollecitando un intervento urgente da parte del governo e delle istituzioni.

A Roma manifesti e proteste chiedono l’attuazione urgente della legge del 2022 che vieta l’uccisione dei pulcini maschi nell’industria delle uova, ancora bloccata per ritardi nei decreti attuativi. - Unita.tv
Nel centro di Roma sono comparsi manifesti con la scritta “Purtroppo era maschio”, un richiamo diretto alla mancanza di provvedimenti concreti per dare attuazione alla legge italiana del 2022 che vieta l’eliminazione dei pulcini maschi nell’industria delle uova. La norma, approvata il 4 agosto 2022, fissa il divieto di triturazione dei pulcini maschi entro la fine del 2026, ma i decreti attuativi che dovrebbero farla funzionare ancora non sono stati pubblicati. L’iniziativa punta a sensibilizzare cittadini e istituzioni su un tema che riguarda milioni di animali destinati a essere soppressi poche ore dopo la nascita.
La legge 127 del 2022 e il divieto di uccisione dei pulcini maschi
La legge 4 agosto 2022, n. 127, ha introdotto un divieto all’uccisione dei pulcini maschi attraverso la triturazione, pratica diffusa negli allevamenti di galline ovaiole. In questi impianti, infatti, i pulcini maschi vengono eliminati entro 24 ore dalla schiusa perché non sono utili né per la produzione di uova né per quella di carne, dato che appartengono a ceppi genetici diversi da quelli selezionati per la resa. La legge mira a vietare questa pratica entro la fine del 2026, obbligando l’adozione di tecnologie alternative come l’ovo-sessaggio precoce e l’adeguamento degli incubatoi.
Sistema di etichettatura e scadenze
Tuttavia, la norma non si limita al divieto di soppressione: prevede anche l’introduzione di un sistema di etichettatura specifico per le uova provenienti da incubatoi che hanno adottato queste tecniche. Questo sistema dovrebbe permettere ai consumatori di riconoscere e scegliere prodotti esenti da questa pratica di eliminazione. La scadenza prevista per emanare i decreti attuativi, fissata al 7 aprile 2024, è già passata senza che le misure siano state adottate.
La richiesta di intervento del parlamento e le interrogazioni al governo
Dopo il mancato rispetto della scadenza per i decreti attuativi, vari parlamentari di diversi schieramenti politici hanno chiesto chiarimenti al governo e sollecitato interventi rapidi. Le interrogazioni parlamentari chiedono come si intenda favorire l’introduzione delle tecnologie di ovo-sessaggio, per individuare il sesso dei pulcini ancora all’interno dell’uovo, e l’adeguamento degli incubatoi alle nuove norme. Inoltre, è stata sottolineata la necessità di definire al più presto l’etichettatura che dovrà accompagnare queste nuove produzioni.
Dubbi sul reale impegno del governo
Queste richieste vogliono sollecitare un passaggio fondamentale per fermare la pratica dell’uccisione dei pulcini maschi, molto criticata dal mondo animalista. I ritardi nell’attuazione della legge sollevano dubbi sul reale impegno del governo e mettono a rischio la tutela degli animali prevista dalla normativa. Il dibattito parlamentare continua senza che si intravveda un’immediata soluzione, confermando la complessità e le resistenze che circondano il cambio di prassi in questo settore.
L’intervento di animal equality e la mobilitazione pubblica a roma
A marzo 2025 l’organizzazione internazionale Animal Equality ha promosso un’iniziativa dimostrativa, proiettando un messaggio sul Colosseo rivolto ai ministri dell’Agricoltura, della Salute e del Made in Italy. Questi ministri sono i responsabili della pubblicazione dei decreti mancanti. La proiezione chiedeva un intervento rapido e deciso, sottolineando il protrarsi di una situazione che lascia gli animali esposti a una pratica vietata dalla legge.
Petizione e adesioni di rilievo
Parallelamente è stata lanciata una petizione online che ha raccolto in pochi mesi più di 50mila firme. Tra i firmatari figurano personalità note come il divulgatore scientifico Mario Tozzi, la giornalista Giulia Innocenzi, la campionessa olimpica Federica Pellegrini e la cantante Giorgia. La loro adesione ha amplificato la visibilità della protesta e la pressione sul governo per adottare le misure previste dalla normativa.
L’azione pubblica ha fatto emergere con forza la richiesta della società civile e di organizzazioni ambientaliste di porre fine a una pratica giudicata crudele e superata in altri paesi europei. L’Italia, con questa legge, aveva intrapreso un percorso considerato all’avanguardia per il rispetto degli animali, ma senza l’attuazione concreta la norma resta solo un testo senza impatto reale.
Le dichiarazioni ufficiali e la posizione del governo alla prova dei fatti
Nel maggio 2025, sotto la pressione di Animal Equality e delle proteste pubbliche, il sottosegretario del ministero dell’Agricoltura, Patrizio La Pietra, ha affermato che le linee guida per l’applicazione della legge sono pronte. Tuttavia, il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, ha dichiarato che la responsabilità per la pubblicazione dei decreti attuativi non rientra nelle sue competenze.
Mancanza di coordinamento ministeriale
Questa risposta ha evidenziato una mancanza di coordinamento e di chiarezza fra i diversi ministeri coinvolti. Intanto, nonostante la legge fissi termini perentori, milioni di pulcini maschi continuano a essere uccisi entro poche ore dalla nascita, senza che si riesca a far rispettare il divieto. Animal Equality ha denunciato la situazione, evidenziando come l’Italia stia accumulando ritardi rispetto ad altri paesi come Francia, Germania e Olanda, che hanno già abolito da tempo questa pratica.
La mancata attuazione della legge apre la strada a nuove pressioni da parte di associazioni, parlamentari e cittadini. Senza un intervento governativo efficace, rischia di restare solo una promessa senza nessun effetto reale sulle condizioni degli animali nelle aziende avicole del paese.