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Emergenza sovraffollamento e carenza di agenti nelle carceri del Lazio nel 2025

Le carceri del Lazio affrontano un grave sovraffollamento con 6.721 detenuti e una carenza di 920 unità di polizia penitenziaria, compromettendo sicurezza e condizioni di lavoro negli istituti.

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Le carceri del Lazio affrontano gravi problemi di sovraffollamento e carenza di personale di polizia penitenziaria, compromettendo sicurezza, condizioni di detenzione e lavoro. - Unita.tv

Le carceri del Lazio si trovano ad affrontare una situazione critica, caratterizzata da un aumento significativo dei detenuti e da una forte carenza di personale di polizia penitenziaria. I dati aggiornati al 31 maggio 2025 rivelano numeri preoccupanti sia per il sovraffollamento che per l’organico insufficiente, con ricadute sulle condizioni di lavoro e sicurezza degli istituti. La questione interessa in particolare i principali istituti della regione, con numeri che superano di molto la capienza regolamentare e con un personale che spesso fatica a garantire il controllo efficace.

Sovraffollamento crescente nei principali istituti penitenziari del lazio

Nel Lazio i detenuti presenti sono 6.721, mentre la capienza prevista è per 5.283 persone, con un sovraffollamento che raggiunge le 1.438 unità distribuite fra i 14 istituti della regione. Questo dato si traduce in condizioni di vita molto difficili per i detenuti e in un peso gravoso per il personale che deve gestire spazi insufficienti e risorse limitate. Tra gli istituti più colpiti compaiono il nuovo complesso di Rebibbia con 1.572 detenuti rispetto a una capacità di 1.171, il carcere di Viterbo con 710 presenti a fronte di 440 posti e il carcere di Regina Coeli con 1.093 detenuti su 628 previsti. Civitavecchia presenta un tasso di occupazione del 177,5%, collocandosi tra i venti istituti più affollati a livello nazionale.

Tensioni interne e difficoltà di controllo

Il sovraffollamento non solo alza la tensione all’interno delle strutture ma rende difficile mantenere un controllo accurato su chi deve scontare realmente la propria pena. A questo si aggiunge il fatto che molte strutture non riescono a offrire condizioni di detenzione che rispettino standard accettabili di salute e sicurezza. Questa pressione, in parte, deriva dall’aumento delle persone recluse, ipotizzato anche dal peggioramento delle condizioni sociali e dalle politiche penali adottate.

Carenza di personale di polizia penitenziaria e impatto sul funzionamento degli istituti

A gravare ulteriormente sulle carceri del Lazio si aggiunge una carenza stimata di 920 unità di polizia penitenziaria, un numero che rende critica l’efficienza operativa degli istituti. La mancanza di agenti è particolarmente elevata in strutture chiave come il nuovo complesso di Rebibbia, dove il personale è ridotto del 33% rispetto al previsto con 260 posti scoperti. Anche Velletri, Rebibbia centro ristretto, Rieti, Viterbo, Frosinone e Regina Coeli presentano percentuali di carenza tra il 26 e il 32%, con centinaia di unità mancanti.

Mancanza di figure chiave e condizioni di lavoro difficili

Oltre alla quantità, mancano figure importanti nel ruolo di ispettori e sovrintendenti, fondamentali per la gestione quotidiana e la sicurezza degli istituti. Nel carcere di Casal del Marmo, ad esempio, si registra una carenza di circa 10 agenti, con 61 minori detenuti di cui 9 donne, situazione accompagnata da episodi di tensione come il rogo in una camera registrato il 10 giugno 2025 senza però causare feriti.

Questa scarsità di personale si traduce spesso in orari di lavoro prolungati, accorpamenti di turni e compiti aggiuntivi come piantonamenti con violazioni dell’accordo quadro nazionale, creando forte stress e condizioni di lavoro difficili per gli agenti penitenziari. In alcuni casi, come al carcere di Civitavecchia, le ferie estive sono state ridotte a soli 15 giorni complessivi, generando proteste e malcontento tra il personale.

Criticità specifiche nella gestione della giustizia minorile e strutture vetuste

La giustizia minorile nel Lazio è sotto pressione, con numeri crescenti di minori detenuti che hanno legami con fenomeni come le baby gang e la criminalità organizzata. Questa condizione richiede interventi mirati e risorse dedicate, sia in termini di personale specializzato che di strutture adeguate. L’istituto di Casal del Marmo ospita una popolazione minorile significativa e soffre di carenze strutturali e di organico.

Le strutture carcerarie nel Lazio non solo mancano di personale ma sono spesso vecchie e inadeguate rispetto alle esigenze attuali. Gli ambienti di lavoro risultano obsoleti e privi di molte condizioni fondamentali per garantire salubrità, sicurezza e igiene, sia per chi lavora sia per chi è detenuto. Servono investimenti per rinnovare spazi, migliorare le condizioni di sicurezza e ridurre i rischi per salute e incolumità all’interno degli istituti.

Difficoltà operative legate a infrastrutture obsolete

Questa situazione limita anche la possibilità di utilizzare al meglio i posti di servizio disponibili; non essendoci personale sufficiente, si procede spesso ad accorpamenti, con il personale in servizio che deve coprire più ruoli e turni. Ciò amplifica il carico sul personale e accresce i rischi di incidenti o tensioni interne.

Richieste della fns cisl lazio e scenari futuri per le carceri della regione

Massimo Costantino, segretario generale della FNS CISL Lazio, ha evidenziato la necessità di interventi urgenti per migliorare le condizioni lavorative del personale della polizia penitenziaria e dei servizi per la giustizia minorile e di comunità. Occorre un aumento significativo degli organici e un aggiornamento della dotazione organica regionale per far fronte alle esigenze di ampliamento degli istituti.

La FNS CISL richiede anche investimenti nelle strutture esistenti per assicurarne la sicurezza e la salute. Lavorare in ambienti deteriorati ha un impatto negativo sulla capacità degli agenti di svolgere i propri compiti e aggrava le tensioni legate al sovraffollamento e alla mancanza di risorse umane.

In certi istituti come Civitavecchia e Viterbo si registrano proteste dei lavoratori a causa delle condizioni insostenibili e delle restrizioni imposte dalla direzione sul diritto alle ferie e sul personale operativo. Questi episodi riflettono un malessere diffuso all’interno del corpo di polizia penitenziaria regionale.

L’evoluzione della situazione dipenderà dalle decisioni delle autorità competenti e da una possibile revisione delle politiche carcerarie. Gestire l’emergenza sovraffollamento e la mancata copertura del personale rimane una delle sfide principali da affrontare per garantire sicurezza, ordine e rispetto dei diritti nelle carceri del Lazio.