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A Viterbo polemica sul voto in consiglio comunale sulla mozione pd contro l’omotransfobia

Il consiglio comunale di Viterbo si divide sulla mozione del Pd per i diritti LGBT, con astensioni dalla maggioranza e critiche da Tuscia Pride per la mancanza di impegno concreto.

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A Viterbo il consiglio comunale si divide sulla mozione Pd contro l’omotransfobia, con la maggioranza che si astiene e Tuscia Pride che denuncia strumentalizzazioni e mancanza di impegno concreto sui diritti LGBT. - Unita.tv

Il dibattito politico a Viterbo si accende dopo la recente votazione sul documento presentato dal Pd in difesa dei diritti delle persone LGBT. La mozione, che mira a contrastare forme di omotransfobia, ha visto una divisione netta tra i gruppi consiliari. Tra accuse di strumentalizzazione e scelte di astensione, la questione ha sollevato molte reazioni, soprattutto da parte dell’associazione Tuscia Pride, protagonista delle manifestazioni in città.

La mozione pd e l’astensione della maggioranza

Il consiglio comunale di Viterbo ha discusso nei giorni scorsi una mozione promossa dal Pd per condannare tutte le forme di discriminazione e violenza contro le persone LGBT. La proposta, arrivata subito dopo gli eventi del Tuscia Pride, ha raccolto l’adesione del gruppo di opposizione mentre la maggioranza ha deciso di non esprimersi con un voto diretto, optando per l’astensione.

Le dichiarazioni di melania perazzini

La capogruppo di Viterbo 2020, Melania Perazzini, ha motivato questa scelta accusando il Pd di usare la mozione come strumento politico, legato proprio al recente pride. Secondo Perazzini, l’apposizione del simbolo Pd sul documento e la tempistica, subito dopo la manifestazione, avevano lo scopo di capitalizzare politicamente un momento delicato. Ha inoltre sottolineato come il loro gruppo civico non segua un ideale politico predefinito e preferisca intervenire senza schieramenti.

Dal centrodestra, invece, era arrivata inizialmente una disponibilità a discutere un testo comune sul tema, ma alla fine la posizione si è tradotta in un voto contrario. Il risultato ha dunque evidenziato una frattura netta all’interno del consiglio comunale, con una parte che si è schierata apertamente contro la mozione e una che ha preferito restare neutrale, alzando un muro di silenzio.

La reazione di tuscia pride alle scelte politiche

Nel giorno immediatamente successivo al voto, Mirko Giuggolini, vicepresidente dell’associazione Tuscia Pride, ha espresso forte delusione per il comportamento tenuto dalla maggioranza consiliare. Giuggolini ha denunciato quelle che definisce “strumentalizzazioni” da parte di chi partecipa alle manifestazioni pubbliche ma poi non sostiene provvedimenti concreti in favore delle persone LGBT.

Il silenzio e le astensioni in aula, ha spiegato Giuggolini, trasmettono un messaggio di indifferenza di fronte a sofferenze quotidiane derivanti da discriminazioni e violenze. L’associazione si aspettava un confronto più chiaro e un impegno concreto da parte dei rappresentanti pubblici, soprattutto in un momento politica cruciale per i diritti civili. La mancata presa di posizione ha gettato un’ombra sulle reali intenzioni della maggioranza e rischia di minare la fiducia nella politica locale.

Divisioni nella comunità e nella politica

Giuggolini ha inoltre evidenziato che la divisione emersa all’interno delle stesse associazioni che hanno partecipato al Pride riflette, in parte, un problema più ampio dentro la comunità e la politica Viterbese, dove le questioni legate all’inclusione e al riconoscimento dei diritti non trovano ancora un terreno stabile di confronto.

Il contesto delle tensioni politiche e sociali a viterbo

Il Viterbo Pride del 2025 ha portato nelle vie della città un’espressione variopinta di diritti e richieste di rispetto e uguaglianza. Tuttavia, la risposta politica non è stata uniforme. Come testimonia il dibattito in consiglio comunale e le posizioni assunte dagli esponenti istituzionali, il tema dell’omotransfobia resta divisivo anche in sedi ufficiali.

Non è la prima volta che le mozioni per i diritti delle persone LGBT incontrano resistenze o prudenza nell’ambito delle votazioni istituzionali a Viterbo. Il clima politico locale riflette tensioni più ampie tra gruppi conservatori e realtà che spingono per un intervento deciso contro ogni forma di discriminazione. L’episodio dell’astensione della maggioranza sottolinea quanto ancora il riconoscimento legale e culturale dei diritti LGBT rappresenti un nodo difficile da sciogliere nella politica cittadina.

Dinamiche di voto e scontro politico

Le dinamiche di voto e le accuse bilaterali tra partiti rivelano un desiderio di controllo sull’agenda politica e sulle sensibilità dell’opinione pubblica. Il tema, che coinvolge diritti umani e libertà personali, rimane al centro dello scontro politico a Viterbo. Mentre associazioni come Tuscia Pride intensificano le loro manifestazioni e richieste, i rappresentanti istituzionali sembrano divisi tra una partecipazione simbolica e la necessità di scelte concrete.

Le prossime settimane si presentano decisive, per capire se si creeranno le condizioni per convergere su una linea comune o se la questione rimarrà terreno di ulteriori divisioni e silenzi nel consiglio comunale.