Il presidente della provincia di Viterbo Romoli a Palazzo Chigi per discussione quadro finanziario pluriennale Ue
Il presidente della provincia di Viterbo, Alessandro Romoli, partecipa a Roma al Comitato interministeriale per gli Affari europei, discutendo il Quadro finanziario pluriennale dell’Unione europea e le priorità italiane.

Il 11 giugno 2025, Alessandro Romoli, presidente della provincia di Viterbo, ha partecipato al Comitato interministeriale a Palazzo Chigi per discutere il nuovo Quadro finanziario pluriennale dell’UE, rappresentando le esigenze locali in tema di coesione, agricoltura e migrazione. - Unita.tv
Il 11 giugno 2025, a Roma, il presidente della provincia di Viterbo, Alessandro Romoli, ha partecipato al Comitato interministeriale per gli Affari europei, convocato presso Palazzo Chigi. L’incontro è servito per valutare il documento nazionale sull’imminente Quadro finanziario pluriennale dell’Unione europea, tema centrale nelle strategie di bilancio comunitarie per i prossimi anni.
La riunione del comitato interministeriale e il ruolo di romoli
Il Comitato interministeriale per gli Affari europei svolge funzioni di sintesi e indirizzo sulle posizioni italiane nelle trattative con Bruxelles. In questa seduta Romoli ha rappresentato la provincia di Viterbo e definito alcune priorità da presentare nella negoziazione. Lo scopo principale è stato di definire i punti fermi che l’Italia intende portare avanti per il nuovo Qfp, strumento chiave per la programmazione finanziaria europea dal 2028.
Il contributo diretto di romoli
Romoli ha preso parte a un tavolo dove si è discusso dell’equilibrio delle risorse destinate alle varie politiche europee. Ha espresso la posizione della sua area nel contesto di una strategia nazionale da difendere a livello comunitario. Il coinvolgimento di amministratori locali come lui sottolinea l’attenzione verso territori spesso più colpiti dai cambiamenti legislativi e finanziari europei.
L’incontro si è concentrato sul modo in cui le risorse devono essere distribuite fra gli Stati membri tenendo conto dell’inflazione e dei mutati scenari. Romoli e gli altri partecipanti hanno esaminato le linee guida che l’Italia proporrà nelle sedi europee, per tutelare gli interessi nazionali mantenendo coerenza con le priorità europee.
Le politiche europee nel nuovo quadro finanziario pluriennale e le richieste italiane
Al centro del dibattito il mantenimento della visibilità delle politiche principali: coesione, agricoltura, migrazione. Romoli ha ribadito come queste non debbano essere amalgamate in un unico fondo che, a suo avviso, rischierebbe di perdere efficacia e trasparenza. Si è sottolineato che ogni settore ha bisogni e meccanismi diversi, perciò le risorse devono restare distinte.
Il governo italiano ha insistito affinché gli stanziamenti tengano conto dell’inflazione, già rilevante, ma anche delle sfide nuove, come i cambiamenti climatici e i flussi migratori, che impattano direttamente sul territorio e le sue comunità. Questa visione riflette l’esigenza di adeguare il Qfp a un contesto economico e sociale mutato rispetto ai cicli precedenti.
Posizione sulle condizionalità
Inoltre, Romoli ha aderito alla richiesta di un approccio misurato sulle condizionalità legate alle prestazioni. La gestione delle risorse non deve soffocare le autonomie locali o quelle degli Stati membri, specie riguardo settori sensibili come l’agricoltura territoriale o la migrazione. Questo significa semplificazione amministrativa, indicazioni di riferimento chiare e sostegno tecnico, senza appesantire chi deve operare sul campo.
Coesione territoriale e agricoltura: le posizioni della provincia di viterbo
L’attenzione sulla coesione è stata forte: Romoli ha chiesto che il modello attuale, che distingue regioni in base al loro sviluppo economico, resti valido. Questo sistema differenziato per erogare fondi viene ritenuto fondamentale per sostenere efficacemente le aree meno sviluppate, in modo da ridurre divari e disuguaglianze tra territori.
Per quel che riguarda l’agricoltura, la posizione italiana si è opposta alla cosiddetta “convergenza esterna”, cioè a formule che uniformano automaticamente i contributi indipendentemente dalla condizione reale di ogni Paese. Romoli ha evidenziato l’importanza di basare i finanziamenti su dati concreti, che rispecchiano le condizioni economiche e sociali specifiche di ogni agricoltore e territorio. In questa maniera si protegge l’efficacia delle politiche di sostegno alle attività rurali.
Politiche ambientali connesse all’agricoltura
Le politiche ambientali connesse all’agricoltura dovrebbero restare su base volontaria, evitando obblighi rigidi che possano limitare le possibilità di scelta degli operatori. Questa posizione punta a mantenere un equilibrio tra tutela ambientale e pratiche agricole tradizionali o innovative, lasciando spazi di manovra ai singoli Stati e operatori.
L’esperienza diretta di territori come quello di Viterbo offre un punto di vista utile al tavolo nazionale, soprattutto per definire strumenti adeguati al radicamento territoriale delle politiche europee. Le istanze di Romoli rappresentano quindi interessi concreti dei cittadini e delle imprese locali, inseriti nel contesto più ampio delle strategie italiane verso l’Ue.