Il governo italiano autorizza l’uso di un pesticida vietato dall’ue per emergenze nei vigneti
Il ministero della Salute autorizza l’uso del pesticida “Closer” per 120 giorni contro scaphoideus titanus e planococcus ficus, suscitando critiche da ambientalisti per i rischi ecologici e alternative disponibili.

Il ministero della Salute ha concesso una deroga di 120 giorni per l’uso del pesticida “Closer” contenente sulfoxaflor contro due insetti dannosi per i vigneti, suscitando critiche per l’impatto ambientale e la disponibilità di alternative più sostenibili. - Unita.tv
Il ministero della Salute ha concesso una nuova deroga per l’uso del pesticida “Closer”, contenente sulfoxaflor, sostanza ammessa solo in serre permanenti secondo la normativa europea. Il provvedimento riguarda il controllo di due insetti dannosi per i vigneti italiani, scaphoideus titanus e planococcus ficus. L’autorizzazione, valida per 120 giorni, ha suscitato critiche da parte di associazioni ambientaliste, che segnalano l’esistenza di alternative meno dannose per l’ambiente e per le api.
Autorizzazione ministeriale e quadro normativo europeo
Il decreto del 9 aprile 2025 permette l’utilizzo di “Closer”, un prodotto fitosanitario con sulfoxaflor, per fronteggiare l’emergenza provocata da scaphoideus titanus e planococcus ficus nei vigneti. Secondo il regolamento Ue 2022/686, questa sostanza è autorizzata solo in ambienti chiusi come serre permanenti, con un periodo di tolleranza terminato il 19 maggio 2023. L’uso in ambienti aperti è vietato per via dell’effetto letale sulle api e altri insetti impollinatori. Il divieto riguarda una famiglia di pesticidi neonicotinoidi, riconosciuti per il loro impatto negativo sugli insetti utili. L’Italia ha deciso comunque di intervenire con una deroga per motivi emergenziali e per un periodo limitato a 120 giorni, superando le restrizioni imposte dall’Ue.
Le organizzazioni ambientaliste contestano questa scelta. Il WWF ha messo in evidenza come il ricorso a un pesticida ad alto rischio ecologico contrasti con le disposizioni europee e con l’esigenza di salvaguardare la biodiversità, in particolare gli impollinatori. Allo stesso tempo, sottolineano come l’applicazione in serre permetta comunque una possibile contaminazione esterna, riducendo la protezione degli insetti impollinatori e facilitando abusi da parte di alcuni agricoltori.
Alternative più sostenibili
Le critiche del WWF si concentrano sulla disponibilità di una vasta gamma di prodotti fitosanitari a base di principi attivi con minor impatto sull’ambiente. L’associazione evidenzia che sul mercato italiano sono registrati 148 formulati efficaci contro scaphoideus titanus e 122 per planococcus ficus. Questi prodotti rappresentano soluzioni valide e meno pericolose per gli organismi non bersaglio.
L’uso di sulfoxaflor, a detta del WWF, è una scelta irresponsabile considerando queste alternative. Le aziende agricole biologiche, in particolare, adottano da tempo metodi non chimici per gestire questi insetti, mostrando come sia possibile controllarli senza ricorrere a sostanze sintetiche pericolose. Tale approccio esclude rischi per le api e per altri insetti fondamentali per gli ecosistemi agricoli.
L’associazione denuncia come la concessione della deroga possa dipendere dalla tutela di interessi economici legati all’industria dei pesticidi e a grandi gruppi agricoli, più che da motivazioni legate alla salute pubblica o alla tutela ambientale. Questo atteggiamento, secondo il WWF, mette in secondo piano la necessità di salvaguardare la natura e la salute umana.
Mancanza di aggiornamenti nel piano nazionale per l’uso sostenibile dei fitofarmaci
Il WWF richiama l’attenzione sul fatto che il Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, scaduto nel 2019, non è stato ancora aggiornato. Questo piano aveva proprio il compito di recepire le restrizioni europee e di limitare l’utilizzo di sostanze tossiche per la salute e per la biodiversità, in particolare per le api.
La mancata revisione del piano nazionale, combinata al ricorso ripetuto a deroghe per pesticidi vietati dall’Ue, lascia aperto il dubbio sulle reali priorità del governo italiano. L’interesse per la tutela di pochi soggetti economici potrebbe prevalere sulla salute pubblica e sull’ambiente, soprattutto nel caso di sostanze note per i danni arrecati agli impollinatori.
Gli scienziati e gli esperti del settore chiedono chiarezza rispetto a questo atteggiamento e segnalano la necessità di politiche che favoriscano soluzioni alternative, meno aggressive, per la difesa delle coltivazioni agricole.
Insetti presi di mira dalla deroga
Scaphoideus titanus è conosciuto come la cicalina della flavescenza dorata. Nato in America settentrionale, è presente in Europa dagli anni Sessanta, diffondendosi nelle regioni viticole. Non tanto le punture, ma il fatto che trasmette un fitoplasma responsabile della flavescenza dorata lo rende particolarmente pericoloso per le viti.
Planococcus ficus, detto anche cocciniglia farinosa della vite, è un insetto della famiglia degli pseudococcidi, polifago e diffuso in Italia soprattutto nelle regioni centro-meridionali, Sicilia e Sardegna. Ha la capacità di danneggiare sia la vite da vino sia quella da tavola, compromettendo la resa e la qualità delle coltivazioni.
La presenza di questi due insetti impone misure di controllo efficaci. Il dibattito verte però sull’adeguatezza del pesticida scelto, considerando i rischi ambientali e le alternative presenti sul mercato.