Cileni fuori dai mondiali 2026: Ricardo Gareca esonerato dopo la sconfitta con la Bolivia
La nazionale cilena di calcio, dopo l’eliminazione dai mondiali 2026 e la sconfitta contro la Bolivia, esonera il ct Ricardo Gareca, segnando la fine di un ciclo difficile.

La nazionale cilena di calcio è stata eliminata dai Mondiali 2026 e ha esonerato il ct Ricardo Gareca, segnando la fine di un ciclo difficile e la necessità di un profondo rinnovamento. - Unita.tv
La nazionale cilena di calcio non parteciperà ai mondiali 2026 dopo aver perso l’ultima gara contro la Bolivia per 2-0. A seguito di questo risultato, la federazione ha deciso di sollevare dall’incarico il ct argentino Ricardo Gareca, arrivato solo a gennaio 2024 e già vittima della difficile situazione sportiva del paese. La nazionale cilena chiude il girone sudamericano all’ultimo posto, con un bilancio molto negativo di risultati.
L’esonero di ricardo gareca e il contesto di questa scelta
La federazione cilena ha annunciato ufficialmente l’esonero del commissario tecnico Ricardo Gareca, dopo la sconfitta subita contro la Bolivia. Questa decisione arriva dopo un percorso complicato per la squadra, che ha mostrato difficoltà già da tempo a mantenere i livelli di competitività raggiunti in passato. Pablo Milad, presidente dell’associazione nazionale di calcio professionistico, ha spiegato che “il ciclo che avevamo iniziato con grande speranza con Gareca è finito”, sottolineando la fine di un progetto che non ha prodotto i risultati attesi.
La difficile avventura di gareca con il Cile
Gareca era stato chiamato nel gennaio 2024 per cercare di risollevare le sorti della nazionale, ma in 16 partite collezionate alla guida della squadra, ha ottenuto appena una vittoria, insieme a quattro pareggi e ben otto sconfitte. Le difficoltà si sono fatte evidenti anche in questa ultima partita decisiva persa con la Bolivia, che ha sancito l’eliminazione definitiva dai mondiali.
Le difficoltà del Cile nelle qualificazioni sudamericane per il 2026
La nazionale cilena ha chiuso il girone sudamericano delle qualificazioni con soli dieci punti, raccogliendo risultati insufficienti per ambire a una qualificazione diretta o almeno a uno spareggio. La sconfitta per 2-0 in trasferta a La Paz con la Bolivia ha confermato il momento complicato della squadra, ancora più marcato considerando che è l’unica a essere matematicamente eliminata con quattro giornate di anticipo.
Il Cile ha vivacchiato nelle ultime posizioni della classifica per tutta la fase eliminatoria. Nel calcio sudamericano, concorrono a sei posti garantiti per i mondiali, più un ulteriore passaggio per chi arriva tra il settimo e l’ottavo posto. Ma il Cile è rimasto ultimo, riflettendo un calo netto rispetto alle ultime competizioni. Le altre formazioni storiche del Sudamerica come Argentina, Uruguay e Brasile hanno consolidato la loro posizione, mentre il Cile non è riuscito a competere sullo stesso piano.
La fine di un ciclo e il peso della generazione d’oro
Il Cile convive da anni con la mancanza della sua celebre generazione d’oro, che aveva schierato giocatori che per anni hanno dominato il calcio sudamericano, vincendo due volte la Copa America nel 2015 e 2016. Quella squadra ha rappresentato l’ultimo successo rilevante, con giocatori come Alexis Sanchez, Arturo Vidal e Gary Medel protagonisti a livello internazionale.
Questa generazione ha abbandonato il palcoscenico gradualmente, senza riuscire a trovare ricambi adeguati. Il Cile non si è qualificato ai mondiali né nel 2018 né nel 2022, e ora si ferma lontano ancora una volta, dopo l’ultima apparizione nel 2014. Alexis Sanchez, uno degli ultimi esponenti rimasti in campo, ha commentato con tristezza: “La generazione d’oro, come dico sempre, è sepolta, rimango solo io”. Queste parole riassumono il momento di difficoltà che sta vivendo il calcio cileno, senza la linfa vitale di un gruppo che per anni ha guidato la nazionale ai successi.
Le ambizioni riposte in Gareca non si sono mai materializzate, e la sua avventura a capo della formazione cilena si chiude con un bilancio negativo. Le aspettative iniziali si sono scontrate con la realtà di un gruppo fuori forma e incapace di rilanciarsi.
Prospettive future e implicazioni sportive per il calcio cileno
L’uscita prematura dalle qualificazioni mondiali e l’esonero di Gareca aprono un periodo di riflessione per la federazione cilena. Il problema principale rimane il ricambio generazionale e la costruzione di un nuovo gruppo competitivo che possa tornare a competere con continuità a livelli internazionali.
Nel breve periodo, la federazione dovrà individuare un nuovo allenatore capace di affrontare il difficile compito di rilanciare la nazionale. Serve un progetto a lungo termine per recuperare una identità di gioco e tornare a ottenere risultati positivi, anche se il percorso appare complicato.
Lo stato attuale del calcio cileno si presenta fragile. La storica mancanza di risultati ai mondiali dopo il 2014 e l’allontanamento dal vertice regionale rappresentano un punto di partenza problematico. I tifosi e lo stesso ambiente sportivo attendono segnali di cambiamento, mentre la federazione procede al rinnovamento tecnico con l’obiettivo di rialzarsi nelle prossime competizioni.