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Unitus cerca soluzioni rapide per locali dopo incendio: ipotesi container e immobili comunali in ballo

L’università degli studi della Tuscia affronta una crisi dopo un incendio che ha danneggiato edifici e laboratori, esplorando soluzioni temporanee come container prefabbricati e supporto dal Comune di Viterbo.

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L’Università della Tuscia, colpita da un incendio che ha reso inagibile un edificio principale, cerca soluzioni rapide come container prefabbricati e spazi messi a disposizione dal Comune di Viterbo per garantire la continuità dell’anno accademico 2025-2026. - Unita.tv

L’università degli studi della Tuscia si trova di fronte a una sfida urgente dopo il devastante incendio che ha reso inagibile uno degli edifici principali. I danni ai laboratori e agli uffici coinvolgono non solo le strutture, ma anche macchinari preziosi. L’ateneo sta cercando una risposta celere per non compromettere l’anno accademico 2025-2026. Tra le opzioni valutate, spicca l’idea di container prefabbricati. Nel frattempo il Comune di Viterbo si è impegnato a mettere a disposizione alcuni suoi immobili sfitti, aprendo una fase di confronto con l’università.

Le criticità causate dall’incendio e la situazione attuale

L’incendio di mercoledì scorso ha lasciato l’edificio principale dell’unitus sotto sequestro, rendendolo inaccessibile agli studenti e al personale. I danni fisici riguardano uffici e laboratori fondamentali per molte attività accademiche e di ricerca. Anche diversi strumenti tecnici sono andati distrutti, mentre quelli non compromessi necessitano di una collocazione sicura fuori dall’edificio. La messa in sicurezza e lo smaltimento dei materiali danneggiati sono processi ancora in corso.

L’emanazione del sequestro comporta il blocco totale dell’area, una condizione che impone soluzioni transitorie per garantire la continuità delle attività. L’università deve trovare spazi adeguati per mantenere servizi e didattica senza lunghe interruzioni. La scadenza per la ripresa dell’anno accademico a settembre aumenta la pressione sull’ateneo, che sta considerando alternative temporanee per ospitare personale e strumenti.

Il coinvolgimento del comune di viterbo nella gestione degli spazi

Il Comune di Viterbo si è detto disponibile a sostenere l’unitus mettendo a disposizione immobili pubblici inutilizzati. Tra gli spazi esaminati figurano la ex scuola Tecchi e l’ex tribunale in piazza Fontana Grande. Entrambe le sedi si trovano nel centro della città e potrebbero ospitare uffici o laboratori.

Giancarlo Martinengo, assessore al patrimonio del comune, ha spiegato che “il dialogo con l’ateneo è constante.” Il confronto punta a definire in modo puntuale le esigenze di spazio e attrezzature. “Prima di assegnare immobili è necessario valutare quali ambienti rispondono meglio alle necessità dell’università.” Il comune vuole evitare di proporre soluzioni inadeguate e per questo si aspetta di sedersi a un tavolo con l’ateneo per elaborare un piano concreto.

L’ipotesi dei container prefabbricati per soluzioni veloci

L’unitus sta lavorando sull’opzione di container prefabbricati come risposta immediata al problema degli spazi distrutti. Queste strutture, realizzabili su misura, possono adattarsi alle dimensioni e alle funzioni dei dipartimenti coinvolti. I container rappresentano una soluzione temporanea, ma flessibile e rapidamente installabile.

Una questione importante resta l’individuazione di un’area adatta per posizionare queste strutture. Lo spazio deve garantire accessibilità e sicurezza per studenti e personale. Parallelamente è stata avviata una raccolta fondi dall’associazione Alumni Unitus, per raccogliere risorse destinate al recupero delle attività colpite dall’incendio. La donazione pubblica mira a contribuire al ripristino di uno dei centri accademici più rilevanti per l’ateneo.

Le sfide di tempi e risorse in vista dell’anno accademico

La necessità di ricostituire rapidamente gli spazi tocca vari aspetti pratici. Tenere insieme criteri di adeguatezza, sicurezza e tempistiche richiede scelte difficili. È urgente evitare che la dispersione di iscritti o materiali comprometta la ripresa delle lezioni e della ricerca.

Le risorse del comune e le strutture prefabbricate sono due opzioni che si integrano in un quadro di emergenza. Tuttavia orientarsi tra opzioni di diversa natura e disponibilità non è semplice. L’accordo tra le parti dovrà definire priorità e modi operativi in tempi brevi, con l’obiettivo di dare continuità a un’università che deve garantire il suo ruolo sul territorio anche dopo questo grave incidente.