Un ensemble di 600 ragazzi a roma suona solo con il corpo contro la guerra e per la natura
Un evento a Roma ha visto 600 studenti della scuola media Pietro Vanni esibirsi in body percussion, guidati da Michele Villetti, per promuovere arte, educazione e sensibilizzazione su pace e natura.

Il 30 maggio a Roma, 600 studenti della scuola media Pietro Vanni hanno partecipato all'esibizione di body percussion "Four Seasons", guidata da Michele Villetti, un progetto che unisce musica, educazione e valori sociali come la pace e la tutela della natura. - Unita.tv
L’appuntamento artistico del 30 maggio a roma ha riunito 600 studenti della scuola media Pietro Vanni per un’esibizione unica di body percussion. Michele Villetti, musicista e compositore, ha guidato il progetto Four Seasons che ha coinvolto esclusivamente percussioni corporee, senza strumenti tradizionali. L’iniziativa ha puntato a unire arte, educazione e senso civico, sensibilizzando sull’importanza della natura e sul dramma della guerra.
Il valore di coinvolgere i giovani in esperienze collettive e creative
Far suonare insieme 600 ragazzi con il corpo è stata un’impresa complessa, che ha richiesto coordinamento e impegno continuo. Gli studenti hanno imparato a produrre suoni unici usando mani, piedi e corpo, sperimentando così una diversa modalità di espressione artistica.
Questa esperienza ha evidenziato come l’attività musicale possa diventare strumento di crescita personale e collettiva. Il gesto condiviso della body percussion ha creato un forte senso di appartenenza e responsabilità verso temi che connettono intere comunità, come la pace e il rispetto dell’ambiente.
Il progetto ha inoltre rappresentato per molti ragazzi la possibilità di riscattare una dimensione di apprendimento che non si basa solo sullo studio tradizionale ma su esperienze pratiche e creative. La musica diventa così un canale per scoprire talenti nascosti e per affermare la propria identità in modo costruttivo, approcciandosi anche a valori sociali e culturali.
Il contributo di esperti professionisti ha affiancato le nuove generazioni, mostrando come la trasmissione del sapere artistico possa farsi dialogo aperto e inclusivo. Lo spettacolo stesso ha coinvolto il pubblico presente, che ha assistito a un momento fuori dal comune, con significati culturali e simbolici profondi.
Il progetto Four Seasons: un’esperienza sonora senza strumenti
Four Seasons nasce dall’intuizione di utilizzare il corpo come strumento musicale, una scelta che ha eliminato ogni supporto strumentale. Michele Villetti ha spiegato che “l’energia e la potenza umana si manifestano compiutamente senza bisogno di strumenti, attraverso suoni prodotti dal corpo stesso.” Questo approccio ha trasformato la performance in una forma di comunicazione immediata, pura, che tocca l’essenza dell’essere umano.
L’evento a roma ha segnato un record in italia per numero di partecipanti in un ensemble di body percussion. Per il compositore, è una dimostrazione della forza che può nascere dalla collaborazione e dalle differenze raccolte sotto un unico cielo. L’esclusione di strumenti come flauti o armoniche ha volutamente evitato riferimenti a modalità tradizionali di insegnamento musicale, spesso percepite come difficili o restrittive.
Four Seasons prosegue la ricerca musicale iniziata due anni fa nella faggeta dei Cimini, dove circa 160 ragazzi avevano già sperimentato suoni ispirati alle stagioni con un mix di improvvisazione e creatività spontanea. Quella sessione aveva portato alla realizzazione di un cortometraggio, distribuito in circuiti indipendenti. Oggi, il progetto si è ampliato e consolidato, arrivando a coinvolgere molte più giovani voci.
L’aspetto educativo e sociale dietro la rappresentazione
L’esibizione svolta nei giardini della Pietro Vanni non è stata solo una performance musicale, ma anche un momento di riflessione sociale e educativa. Michele Villetti ha infatti sottolineato il ruolo della musica come strumento di sensibilizzazione e coesione. “Rivolgersi ai giovani è stata una scelta strategica perché rappresentano il futuro e portano con sé speranze ancora fresche e aperte.”
Il tema centrale è stato la condanna della guerra e il richiamo alla protezione della natura, elementi che emergono dal progetto come valori da promuovere con urgenza. “La guerra è stata definita l’abominio assoluto dell’umanità, mentre la natura appare come l’unica vera casa condivisa al di là dei confini artificiali disegnati dagli uomini.”
In un periodo definito da caos e smarrimento, la performance ha voluto riportare l’attenzione sull’importanza di lasciar emergere la “lanterna della ragione”. Il messaggio è chiaro: la vita pulsa in ogni forma di energia che ci circonda, e solo tornando a questa essenziale connessione è possibile superare le divisioni e le ingiustizie. Il coraggio di Urbani e musicisti come Villetti ha portato a un’arte che non si limita all’estetica, ma diventa azione e parola politica.