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Riprendono gli scavi archeologici nella falerii antica a viterbo con nuove scoperte sulla vita artigiana

Riprendono nel 2025 gli scavi a Falerii, Viterbo, con focus su laboratori artigianali dell’VIII e VII secolo a.C., coinvolgendo università e comunità locale in iniziative divulgative.

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A giugno 2025 a Viterbo ripartono gli scavi archeologici a Falerii, rivelando laboratori artigianali etruschi e un sistema idraulico complesso, con il coinvolgimento di università italiane e straniere e iniziative per la comunità locale. - Unita.tv

Nel mese di giugno 2025, a viterbo si sono riaccese le attività archeologiche nell’antica città di falerii, sull’altura di vignale. Le ricerche hanno subito preso forma attorno a strutture che raccontano della produzione artigianale fra l’VIII e il VII secolo avanti cristo. L’attenzione si concentra su laboratori per la lavorazione del metallo, dell’osso e forse della ceramica. Il progetto coinvolge università italiane e straniere e intende anche far partecipare la comunità locale attraverso iniziative divulgative.

Il contesto degli scavi e la collaborazione scientifica

Gli scavi interessano una zona centrale della falerii antica, città etrusca che si sviluppava su due colli: vignale, dove si svolgono le attività, e ficatorio, gli storici conoscono questo sito per la sua complessità urbana. L’intervento archeologico, avviato dall’università la sapienza di roma, punta a ricostruire sia le attività produttive che l’assetto idraulico che serviva la città.

Gli archeologi hanno rinvenuto le tracce di officine attive nell’VIII e VII secolo avanti cristo, particolarmente rivolte a trasformare materiali grezzi in oggetti di uso quotidiano o artistico. Sono emersi segni di lavorazioni su metallo e osso, con un probabile coinvolgimento anche della ceramica. Accanto a questo, elementi di un sistema idrico complesso testimoniano l’organizzazione della città, pensata per gestire le risorse idriche in modo funzionale.

Concessioni e supporti istituzionali

Il progetto si svolge con la concessione del ministero della cultura, e la supervisione della soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’etruria meridionale e la provincia di viterbo. Il comune di civita castellana, dove ricade l’area, ha mostrato un attivo sostegno, partecipando all’organizzazione dei lavori e delle attività collegate.

Il coinvolgimento degli studenti e le tecniche innovative

Sono una trentina gli studenti impegnati nelle ricerche, provenienti dai corsi di laurea in scienze archeologiche, specializzazione e dottorato dell’università la sapienza. Insieme a loro partecipano anche studenti internazionali di università come leiden e oxford. Questa collaborazione mira a combinare formazione pratica e ricerca avanzata, offrendo ai giovani un’esperienza unica sul campo.

Fra le tecnologie adottate, c’è la tomografia elettrica – una tecnica non invasiva eseguita dagli ingegneri del dipartimento di ingegneria civile, edile e ambientale della sapienza – che permette di mappare il sottosuolo e di studiare l’estensione delle canalizzazioni idriche della città antica. Le prospezioni si combinano così con le scoperte materiali, per delineare una mappa dettagliata dell’insediamento.

Vantaggi delle tecniche geofisiche

Questa scelta metodologica amplia la portata degli scavi convenzionali e permette di orientare gli interventi sul campo con dati più precisi, riducendo gli scavi inutili e proteggendo l’integrità del sito archeologico.

Iniziative per la cittadinanza e eventi divulgativi

La campagna archeologica 2025 ha riservato spazio anche alla comunità locale, per promuovere la conoscenza diretta dei lavori e dei reperti emersi. Sono stati organizzati piccoli laboratori serali aperti al pubblico, pensati per far sperimentare ai partecipanti alcune fasi delle attività sul sito.

I laboratori comprendono momenti di manipolazione diretta dei materiali rinvenuti: ad esempio, il 11 giugno si è offerto un laboratorio sul trattamento dei reperti, il 24 giugno sulla lavorazione delle ossa animali, il 18 giugno sulle prospezioni geofisiche e il 20 giugno su osservazioni fatte con voli termici da drone. Per partecipare bisogna prenotare via email, e i posti sono limitati.

Chi preferisce la narrazione tradizionale può partecipare alla conferenza del 13 giugno al museo archeologico dell’agro falisco-forte sangallo, dal titolo “Zextos, Cavios e gli altri. Falerii, una città di artigiani”, dove verranno approfondite le dinamiche sociali e lavorative di falerii. Il 26 giugno è prevista la visita guidata al cantiere archeologico, seguita da una presentazione pubblica dei risultati raccolti durante gli scavi.

Il valore storico e il ritorno degli archeologi a civita castellana

Gli archeologi sono tornati regolarmente a studiare l’area di civita castellana negli ultimi anni, portando alla luce siti di grande rilievo per l’etruscologia e per la conoscenza della vita antica. I ritrovamenti in falerii aggiungono dettagli sul modo in cui questa città, prevalentemente artigiana, organizzava la produzione e gestiva relazioni sociali e ambientali.

Le strutture legate alla lavorazione di metalli e osso confermano un’economia basata su attività specializzate, mentre la rete idrica scoperta documenta l’attenzione alla gestione delle risorse naturali. Questi elementi riempiono spazi vuoti nella storia dell’etruria e offrono nuove piste per future ricerche.

Gli scavi confermano l’importanza di falerii come centro produttivo e sociale nel contesto antico, rafforzando l’interesse scientifico e culturale sull’area e arricchendo l’offerta di esperienze per appassionati e studiosi. Lo sviluppo delle attività archeologiche in estate contribuirà a consolidare questa linea di indagine.