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Affluenza sotto il 30% nei referendum a Viterbo e Rieti, flop per i partiti e la cgil

Il referendum nel Lazio settentrionale ha visto un’affluenza sotto il 30%, con Viterbo e Rieti che registrano partecipazioni molto basse, evidenziando un disinteresse generale tra i cittadini.

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Il referendum nel Lazio settentrionale ha registrato un'affluenza molto bassa, sotto il 30%, con particolare disinteresse nelle province di Viterbo e Rieti, rendendo invalidi i quesiti. - Unita.tv

Il voto referendario nel Lazio settentrionale ha registrato un’affluenza ben al di sotto della soglia minima necessaria a rendere validi i quesiti, confermando la difficoltà di coinvolgimento nelle province di Viterbo e Rieti. I dati raccolti evidenziano un calo marcato di partecipazione rispetto alla media nazionale e regionale, creando tensioni tra le forze politiche e sindacali che avevano promosso la consultazione.

Calo netto di votanti a viterbo e rieti, affluenza al di sotto del 30%

Nel pomeriggio del 9 giugno 2025, con la chiusura dei seggi fissata alle 15, le percentuali finali di affluenza nel Lazio settentrionale sono risultate nettamente inferiori al 30%. A Viterbo la partecipazione si è attestata al 26,4% degli aventi diritto, mentre a Rieti ha raggiunto poco più del 28,3%. Queste cifre non hanno raggiunto nemmeno la meta necessaria per la validità del referendum, fissata a oltre il 50% degli elettori. Va ricordato che a livello nazionale la soglia è stata sfiorata appena, così come in regione Lazio grazie al contributo di Roma, che ha fatto registrare il 32,8%. Province come Latina e Frosinone hanno fatto segnare valori ancora più bassi. I numeri confermano un disinteresse che si è mostrato dopo una lunga campagna referendaria, contribuita da un coinvolgimento discontinuo e una certa fatica dei promotori a mobilitare i cittadini.

Il quadro regionale e nazionale: il lazio si allinea al trend generale

Lazio e in particolare il suo settore settentrionale si sono mostrati perfettamente in linea con la media nazionale, dove la consultazione ha faticato a superare il quorum richiesto. Già dalle prime ore, domenica 8 giugno, gli indicatori si erano orientati verso risultati critici. Nel capoluogo di provincia Viterbo, dove il partito della premier godeva di un ampio consenso superiore al 40%, la partecipazione al voto è stata inferiore al 20% già verso la mezzanotte, nettamente più bassa rispetto a Roma, dove si toccava il 25,6% di votanti in quel momento. Rieti, pur con risultati leggermente migliori, ha presentato un dato di affluenza provvisorio del 20,1% a fine serata. Solo nelle aree più popolari e centrali l’affluenza raggiungeva punte discrete, a differenza delle zone periferiche o meno urbanizzate dove la partecipazione si arrestava su numeri irrisori.

Territori e comuni: la geografia della scarsa partecipazione nel viterbese

L’esame dettagliato delle province di Viterbo e Rieti rivela una distribuzione molto disuguale del voto. Nella provincia di Viterbo, Oriolo Romano ha fatto segnare il dato più alto con una partecipazione al 38,5%. Seguono Canepina , tradizionale roccaforte democristiana, Vejano e Bassano in Teverina . Diverse località si sono fermate sotto il 20%, come Ischia di Castro con il 18%, Canino , Tessennano e Marta , posizionandosi tra le più basse d’Italia. La città di Viterbo, capoluogo provinciale, ha confermato una media del 26,6%, in linea con il dato di provincia. Anche nei principali centri come Civita Castellana , Montefiascone , Tarquinia e Vetralla l’affluenza non ha superato risultati soddisfacenti.

I numeri di rieti e la partecipazione più intensa nei piccoli comuni

Nella provincia di Rieti la partecipazione al voto è rimasta analogamente bassa, seppur con alcune eccezioni. Il comune di Turania ha registrato la percentuale più elevata, con quasi il 44% dei votanti presenti al seggio. Frasso Sabino ha fatto poco meno attestandosi al 40%, seguito da Castel di Tora con il 37,6% e Montopoli di Sabina con il 34,4%. Questi dati mostrano come i piccoli territori, spesso collinari o isolati, hanno messo in campo una risposta leggermente più vigorosa rispetto alla città di Rieti capoluogo, che si è fermata al 27,9%. Anche i centri meno popolosi, in alcuni casi come Marcetelli, hanno fatto registrare percentuali estremamente basse, con appena il 16,6% di partecipazione. Il risultato complessivo riflette quindi un coinvolgimento estremamente fragile della società civile su questa consultazione, segno di una consultazione quasi ignorata in gran parte del territorio.

L’esito calante dell’affluenza nel Lazio settentrionale svela il distacco tra istituzioni, partiti che avevano sostenuto i quesiti e una fetta importante dei cittadini che si sono mostrati poco interessati o convinti dall’iniziativa referendaria. Le cifre del voto descrivono un quadro nitido della difficoltà di mobilitare l’elettorato in assenza di temi percepiti come urgenti o condivisi pienamente. “Una consultazione che lascia più domande che risposte,” commentano alcuni osservatori.