A civita castellana la storia degli artigiani falisci tra zextos, cavios e nuove scoperte archeologiche
Scavi a Civita Castellana rivelano l’importanza di Falerii e delle sue tradizioni artigianali, con nuove scoperte su ceramisti e produttori che hanno plasmato la comunità falisca.

L'articolo presenta le recenti scoperte archeologiche a Civita Castellana, che rivelano l'importanza delle botteghe artigiane di Falerii e il ruolo centrale degli artigiani falisci nella produzione ceramica e metallurgica dall'età del ferro al periodo romano. - Unita.tv
L’area di civita castellana, in provincia di viterbo, ospita testimonianze importanti sulla città antica di falerii e sulle sue tradizioni artigianali. Le recenti ricerche e scavi nel territorio offrono uno sguardo approfondito sulle attività produttive svolte da artigiani specializzati, dall’età del ferro al periodo romano. L’incontro dedicato al tema presenta nuove scoperte che valorizzano il ruolo di figure artigiane della comunità falisca, attraverso iscrizioni e reperti.
Falerii e la sua tradizione artigianale: un patrimonio che emerge dagli scavi
falerii, oggi conosciuta come civita castellana, era una città famosa per una varietà di arti e mestieri. Il centro era particolarmente noto per la produzione ceramica, ma non solo. Nel corso degli ultimi anni, gli scavi sul colle di vignale hanno portato alla luce frammenti di botteghe e laboratori che testimoniano la presenza di ceramisti, metallurghi, carpentieri e cavatori di pietra. Questi artigiani alimentavano l’economia locale con prodotti diffusi e richiesti in tutto il territorio.
Le iscrizioni rinvenute su ceramiche e manufatti ci restituiscono i nomi di alcuni protagonisti di questa storia. zextos e cavios emergono come rappresentanti significativi di questa comunità di produttori. Le loro firme, incise sulle opere, permettono di tracciare una sorta di biografia che racconta il lavoro e le dinamiche sociali tra il VII e il IV secolo a.C., un arco temporale fondamentale per comprendere le radici culturali e produttive della zona. Le fucine di metallo e le cave di pietra, accanto ai laboratori di tornitura ceramica, documentano un sistema articolato e specializzato.
Un sistema produttivo specializzato e articolato
Le iscrizioni e i reperti dimostrano l’esistenza di un modello di produzione organizzato, dove ogni artigiano aveva un ruolo ben definito e contribuiva al benessere della comunità. “Le botteghe non erano solo luoghi di fabbricazione, ma veri e propri centri di scambio culturale e tecnico,” suggeriscono gli archeologi coinvolti negli scavi.
Il ciclo di conferenze “raccontare l’archeologia nella tuscia”: un calendario ricco di eventi
Nel 2025 prosegue il ciclo di conferenze intitolato “raccontare l’archeologia nella tuscia”, iniziato a gennaio con l’obiettivo di avvicinare il pubblico ai risultati delle ricerche archeologiche e alle iniziative museali locali. Organizzato dalla direzione regionale musei nazionali lazio, il programma si svolge in due sedi principali: il museo nazionale etrusco di rocca albornoz a viterbo e il museo archeologico nazionale dell’agro falisco e forte sangallo di civita castellana.
Gli incontri coinvolgono studiosi di vario ambito, dalla storia antica all’archeologia sperimentale. Ciascuna conferenza approfondisce temi legati ai musei e al territorio, illustrando progetti in corso, scavi, materiali rinvenuti e interpretazioni aggiornate. L’appuntamento su falerii e le sue botteghe artigiane fa parte di questo contesto scientifico, offrendo una lettura diretta delle tracce lasciate dalle comunità antiche.
Un accesso libero e diretto alla storia
La formula delle conferenze prevede sempre ingresso gratuito, senza obbligo di prenotazione. Questo facilita la partecipazione e consente a chiunque abbia interesse di conoscere aspetti specifici della storia locale tramite fonti dirette e testimonianze archeologiche concrete.
Interpretare le iscrizioni e valorizzare i nomi degli artigiani falisci
I reperti iscritti con i nomi zextos e cavios rappresentano un elemento raro e di grande valore per lo studio dei falisci. Le iscrizioni su ceramica costituiscono prove tangibili dell’identità degli artigiani, che non si limitavano alla produzione anonima ma segnavano le loro opere lasciando una traccia personale. Questi elementi contribuiscono a definire la cronologia precisa del lavoro artigianale e a comprendere le reti di scambio in cui le botteghe erano inserite.
Si tratta di testimonianze che concedono una visione più umana della storia antica, permettendo di leggere dietro ogni oggetto la presenza di un mestiere, di un volto che l’ha realizzato e di un contesto produttivo vivo e operativo per secoli. La fattura delle ceramiche, la lavorazione dei metalli, la ricerca e l’estrazione della pietra prendono forma nel quotidiano di quei maestri che hanno contribuito a modellare una parte del patrimonio culturale laziale.
Nuovi dati dal colle di vignale
Le scoperte emerse grazie agli scavi sul colle di vignale continuano a fornire nuovi dati e reperti, ampliando la conoscenza del mondo falisco e il ruolo che civita castellana ha avuto nel corso della storia preromana e romana.