La lunga notte delle chiese a viterbo: riflessioni, musica e abbracci nella sacra famiglia e castel d’asso
La terza edizione della lunga notte delle chiese a Viterbo ha celebrato il tema dell’abbraccio, coinvolgendo 150 parrocchie e 220 luoghi di culto in eventi spirituali e culturali.

A Viterbo, il 6 giugno 2025 si è svolta la terza edizione della "Lunga notte delle chiese", dedicata al tema dell'abbraccio come simbolo di accoglienza, solidarietà e comunità, con momenti spirituali, culturali, musica e convivialità. - Unita.tv
Venerdì 6 giugno 2025, a viterbo, si è svolta la terza edizione della lunga notte delle chiese con un programma ricco di momenti spirituali e culturali. La manifestazione ha coinvolto diverse realtà parrocchiali e luoghi di culto, mettendo al centro il tema dell’abbraccio come gesto di accoglienza e solidarietà. Il percorso si è sviluppato tra la chiesa della sacra famiglia e la chiesetta di castel d’asso, coinvolgendo la comunità locale con eventi, canti e rappresentazioni.
Riflessioni sull’estensione dell’iniziativa e il tema abbracciami
La lunga notte delle chiese ha visto l’adesione di 150 parrocchie e 220 luoghi tra chiese, musei, giardini e altri spazi di culto sparsi sul territorio. L’edizione 2025 si è concentrata sulla parola “abbracciami”, intesa come un invito all’incontro e alla solidarietà, in continuità con un cammino spirituale di conversione e speranza. Il tema richiama il pellegrinaggio terreno, raccontato dal vangelo di luca 15,11, e sollecita le comunità a sentirsi pellegrini in cerca di accoglienza e conforto.
L’iniziativa affonda le sue radici nella prima edizione partita nel 2016 a belluno, ispirata a un format nato in austria e alto adige chiamato “lange nacht der kirchen”. La unità pastorale sacra famiglia-sant’andrea e santa maria di castel d’asso ha aderito solo dal 2023, seguendo la traccia tematica dei due anni precedenti . Quest’anno si sposta l’attenzione all’abbraccio come simbolo che tocca tutta la vita delle persone, volendo rappresentare le opere di misericordia corporali e spirituali. L’abbraccio diventa quindi uno strumento concreto per consolare, accompagnare, ringraziare e rispettare.
La celebrazione e l’incontro con don luca scuderi
Alle 18:00 la chiesa della sacra famiglia ha ospitato la messa presieduta da don luca scuderi. Durante l’omelia il sacerdote ha invitato i partecipanti a ragionare sul valore dell’abbraccio, “che va oltre le apparenze come il volto, il colore della pelle o le scelte personali.” Ha sottolineato come l’abbraccio si rivolga a chiunque desideri camminare insieme e ricevere aiuto, sottolineando un’umanità condivisa e accogliente.
L’incontro pastorale tendava a rafforzare il senso di comunità e di apertura verso l’altro, suscitando una riflessione sul significato profondo di accogliere senza giudizi e di offrire sostegno nella fragilità. Il messaggio si inserisce nel contesto dell’evento, che mira a far sentire ogni persona parte di un cammino condiviso, capace di illuminare la strada grazie a gesti concreti come l’abbraccio.
Rappresentazione medievale e momento di preghiera a castel d’asso
La seconda tappa si è svolta nella chiesetta di castel d’asso dove il gruppo medievale “la contesa” ha offerto una rappresentazione intitolata “la gloria del cavaliere”. Lo spettacolo ha mostrato un combattimento, terminato con il gesto simbolico di un cavaliere che abbraccia l’avversario ferito, esprimendo così un messaggio di pace e fraternità.
La scena ha aperto spazio a una riflessione spirituale guidata da don gianni carparelli, che ha preso spunto da opere di rembrandt e dai volti velati di rené magritte, parte del materiale esposto per la locandina dell’evento. La preghiera condivisa con i partecipanti ha invocato la luce di dio, invitando a trasformare la vita quotidiana in un abbraccio concreto, capace di sostenere chi fatica, offrire perdono e rispettare senza distinzioni.
Il riferimento alle opere di misericordia appare centrale nel testo, evidenziando l’impegno personale e comunitario nel portare avanti valori di umiltà, riconoscimento delle proprie fragilità e impegno nel cammino spirituale. L’atto di pregare insieme ha consolidato lo spirito di unione tra i fedeli presenti.
Musica e convivialità: il concerto della schola cantorum e la chiusura
L’appuntamento si è concluso con la musica della schola cantorum santa maria della quercia, diretta da laura scarponi. Il coro ha eseguito una serie di brani che spaziavano da inno ufficiale del giubileo 2025 “pellegrini di speranza”, a canti popolari e pezzi spirituali come “dona nobis pacem” e l’interpretazione di “hallelujah” di leonard cohen. I testi riflettevano l’abbraccio come amore, amicizia, e pace fra le persone.
Tra i momenti più suggestivi c’è stata l’esecuzione di “frieden frieden”, un canto dei pellegrini rivolto a ottenere pace tra i popoli, e “sonatemi un balletto”, che simboleggiava l’abbraccio tra innamorati. La varietà musicale ha sottolineato le sfumature del tema affrontato durante la serata.
Al termine della performance, l’associazione archeotuscia ha organizzato una degustazione, accolta con piacere dai presenti. La condivisione del cibo ha rappresentato un’ulteriore forma di abbraccio sociale, conviviale e semplice, che ha accompagnato il clima di partecipazione e comunità ricreato dall’evento.