Luce Hub non parteciperà al Tusciapride 2025 per esclusione dal dibattito organizzativo e comunitario
Luce Hub, gruppo cattolico di Viterbo, si ritira dal Tusciapride 2025 per esclusione percepita nel processo organizzativo, sollevando interrogativi sull’inclusione reale nella comunità LGBTQIA+ e nelle manifestazioni.

Luce Hub, gruppo cattolico LGBTQIA+ di Viterbo, si ritira dal Tusciapride 2025 denunciando esclusione dal processo organizzativo e sollevando dubbi sull’effettiva inclusività dell’evento. - Unita.tv
Luce Hub, gruppo attivo nella pastorale cristiana cattolica dedicata alle persone LGBTQIA+ di Viterbo, ha annunciato la decisione di non partecipare al Tusciapride 2025. L’assenza non deriva da un calo di interesse, ma dalla percezione di un’esclusione sistematica dal processo organizzativo e dal confronto che avrebbe dovuto coinvolgere l’intera comunità locale. Questo rifiuto di coinvolgimento apre interrogativi sul significato reale dell’inclusione nelle manifestazioni dedicate ai diritti LGBTQIA+.
Esclusione e tensioni nell’organizzazione del tusciapride
Secondo quanto comunicato da Luce Hub, la loro partecipazione è stata marginalizzata fin dalle prime fasi di preparazione del Tusciapride 2025. Il gruppo, noto per il suo impegno a favore dei diritti spirituali delle persone LGBTQIA+, ha sottolineato un mancato riconoscimento del proprio contributo da parte degli organizzatori. Nonostante un dialogo costante con varie realtà istituzionali a livello nazionale, i promotori dell’evento avrebbero espresso una visione che non include la prospettiva di chi vive la propria identità conciliando fede cattolica e orientamento sessuale.
Esclusione più ampia nel movimento locale
Il capogruppo Lorenzo Gabriel Paoletti ha segnalato come questa scelta si traduca in una forma di esclusione più ampia, che non riguarda solo Luce Hub. In effetti, altre persone coinvolte nel movimento LGBTQIA+ locale, soprattutto coloro che si identificano in ruoli religiosi o esprimono idee politiche non allineate alla linea dell’organizzazione, avrebbero subito analoghi rifiuti o disincentivi alla partecipazione. Questa situazione solleva dubbi profondi sulla natura dell’inclusività praticata dal Tusciapride in questa edizione.
Significato dell’inclusione nella comunità lgbtqia+
Il ritiro di Luce Hub dal Tusciapride mette in luce una questione cruciale: cosa significa includere all’interno di una comunità tanto variegata come quella LGBTQIA+? Il gruppo cattolico spinge affinché il concetto di inclusione vada oltre le identità comuni o politicamente accettate, per accogliere anche quelle dimensioni meno frequenti o considerate “scomode”. Le “sfumature” legate alla fede e alle convinzioni personali andrebbero integrate e viste come parte dell’intera complessità del movimento.
Un pride autentico non esclude
Paoletti ha sostenuto che un Pride autentico non dovrebbe escludere nessuno in base alle differenze spirituali o di opinione politica, nemmeno se queste non riflettono i punti di vista della maggioranza militante. L’esperienza di Luce Hub diventa così uno stimolo a riflettere sulla capacità delle manifestazioni LGBTQIA+ di rappresentare non solo un insieme di diritti civili, ma anche le diverse dimensioni sociali e culturali che compongono la comunità.
Il futuro di luce hub e il dialogo con la comunità
Nonostante il rifiuto di partecipare al Tusciapride dell’anno in corso, Luce Hub ha confermato che proseguirà il proprio lavoro di supporto e dialogo, basato sul rispetto delle coscienze personali e dei valori di ciascuno. Il gruppo ha ribadito l’importanza dell’ascolto reciproco come fondamento per la crescita collettiva, rifiutando netto ogni approccio che selezioni chi possa esprimersi o meno.
Coraggio e unità nelle divergenze
Lorenzo Gabriel Paoletti ha evidenziato il bisogno di coraggio nel costruire un’unità che non si fondi sull’esclusione, ma sulla valorizzazione di ogni elemento umano, anche nelle sue sfumature più difficili da accettare. Luce Hub manterrà viva la propria presenza nel territorio, lavorando affianco a chi condivide questa visione di inclusione senza filtri o barriere ideologiche.
Questa vicenda sottolinea i nodi ancora aperti nella relazione tra spiritualità e movimento LGBTQIA+ in Italia, soprattutto nelle realtà locali dove coexistono sensibilità diverse e spesso difficili da conciliare. La scelta di Luce Hub si inserisce in un dibattito più ampio sui limiti della rappresentanza sociale e politica nelle manifestazioni pubbliche dedicate ai diritti civili.