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Intossicazione da gas fosgene nel 1996 a roncilglione, processo civile si chiude a marzo in cassazione

Umberto Aboaf, vittima di intossicazione da gas fosgene nel 1996, affronta una lunga battaglia legale contro il ministero della difesa, con sentenza finale prevista in cassazione per marzo 2025.

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Umberto Aboaf fu intossicato da gas fosgene nel 1996 a Ronciglione e, dopo anni di cause contro il ministero della difesa, il caso si conclude con la sentenza della Cassazione nel 2025, che conferma responsabilità ma impone a Aboaf costi processuali da pagare. - Unita.tv

Nel 1996 Umberto Aboaf fu vittima di una fuoriuscita di gas fosgene da un impianto militare vicino a Ronciglione. Dopo anni di battaglie giudiziarie contro il ministero della difesa e alcuni dipendenti, il caso si avvia a un ultimo capitolo con la sentenza prevista in cassazione nel marzo 2025. La vicenda riguarda un’intossicazione causata da una fuga di gas tossico durante operazioni di inertizzazione. Aboaf chiese un risarcimento per i danni alla salute patiti, ottenendo parziali riconoscimenti in sede civile e penale.

I fatti dell’intossicazione da gas fosgene nel 1996

Il 25 gennaio 1996, Umberto Aboaf lasciò casa sua a Vetralla per raggiungere Ronciglione in bicicletta. Percorrendo la provinciale lungo il lago di Vico, inalò una nube di gas fosgene sprigionata da una fuoriuscita nello stabilimento militare vicino. L’impianto stava effettuando operazioni di inertizzazione di bombole contenenti quel gas. Il fosgene è un composto altamente nocivo che può causare gravi lesioni polmonari se respirato. Aboaf rimase immediatamente intossicato, con danni alla salute che richiesero un ricovero ospedaliero urgente.

Contestazioni e prime reazioni

Già allora il caso suscitò forte attenzione, ma solo anni dopo Aboaf decise di muoversi in tribunale, contestando al ministero della difesa e a tre dipendenti coinvolti una gestione negligente delle procedure di sicurezza. Quei dipendenti non avrebbero garantito l’evacuazione dell’area circostante, consentendo che il gas si diffondesse liberamente lungo la strada usata da Aboaf. Il danno subito restò un punto centrale nelle successive controversie legali.

Le cause penali e civili: i procedimenti e le sentenze fino al 2018

Nel 2002 il tribunale di Viterbo condannò i tre dipendenti della difesa per lesioni colpose legate all’incidente, ma nel 2004 la sentenza fu annullata per prescrizione. La vicenda passò quindi in sede civile quando, nel 2012, Aboaf intentò una causa davanti al tribunale di Roma. Chiese un risarcimento danni rivolto all’amministrazione militare e ai dipendenti coinvolti, sostenendo il nesso diretto tra la fuoriuscita di fosgene e il suo stato di salute compromesso.

Nel 2018 il tribunale di Roma accolse la richiesta, riconoscendo l’esistenza della responsabilità e quantificando il risarcimento in 6.060 euro, una cifra inferiore rispetto alla provvisionale di 10mila euro già erogata in sede penale a Viterbo. La differenza di importo generò ulteriori contenziosi e appelli fra le parti, che portarono a successive revisioni del quantum del risarcimento e delle compensazioni dovute.

La sentenza della corte d’appello di roma nel 2023

Il 22 novembre 2023 la corte d’appello di Roma si pronunciò nuovamente sul caso. Confermò la responsabilità solidale del ministero della difesa e dei suoi dipendenti. La corte stabilì che il legame di causa tra l’inalazione del gas e il danno subito da Aboaf risultava evidente dalle prove raccolte in tutti i gradi di giudizio, incluse le perizie effettuate durante le indagini e le deposizioni witness. La consolidata zona di responsabilità confermò l’aliquota di risarcimento ma mise in evidenza anche la compensazione fra gli importi già pagati e quelli ancora dovuti.

Meccanismi di compensazione e richieste di restituzione

La corte sottolineò che la somma liquidata in sede civile appariva inferiore all’anticipazione riconosciuta e quindi Aboaf dovette restituire la differenza all’amministrazione militare, insieme agli interessi maturati. Questo meccanismo compensativo derivò dai diversi step del processo, uno penale, l’altro civile, che avevano visto sentenze e provvedimenti contrastanti sul valore del danno.

La cassazione del 2025 e le spese processuali a carico della vittima

Il 28 marzo 2025 la corte di cassazione ha gestito l’ultima fase della controversia. Durante la camera di consiglio ha disposto che le spese del primo grado di giudizio venissero compensate. Per effetto di questa decisione, Umberto Aboaf dovrà rifondere metà delle spese sostenute per consulenze tecniche d’ufficio. La cassazione lo ha inoltre condannato a restituire al ministero della difesa 3.500 euro per le spese dell’appello e altri 2mila euro per quelle relative al giudizio di legittimità.

Il complesso alternarsi di sentenze, somme anticipate e compensazioni ha segnato una strada lunga e articolata. Aboaf, pur riconosciuto come vittima dell’intossicazione, si trova ora a dover affrontare obblighi economici aggiuntivi legati ai costi processuali. Il processo conferma la difficoltà di ottenere risarcimenti integrali in casi di danni tecnologici e rilancia l’attenzione sulle regole di sicurezza degli impianti militari.