Incendio alla facoltà di agraria di viterbo distrugge laboratori e danneggia il dipartimento dibaf
Un incendio il 4 giugno ha devastato l’edificio della facoltà di agraria dell’Università della Tuscia a Viterbo, distruggendo laboratori e attrezzature cruciali per la ricerca scientifica.

Il 4 giugno un incendio ha gravemente danneggiato i laboratori e gli uffici della facoltà di agraria dell'università della Tuscia a Viterbo, distruggendo attrezzature, dati e anni di ricerca, ma senza feriti. La comunità accademica e locale si mobilita per la ricostruzione e il recupero. - Unita.tv
L’incendio scoppiato il 4 giugno all’edificio della facoltà di agraria dell’università della Tuscia a Viterbo ha provocato danni gravissimi ai laboratori e agli uffici del dipartimento per l’innovazione nei sistemi biologici, agroalimentari e forestali . Il rogo ha cancellato attrezzature, dati e anni di attività scientifica che riguardano la ricerca su piante e foreste. Anche se nessuno è rimasto ferito, la perdita pesa su tutta la comunità accademica e sul territorio circostante.
La mattinata dell’incendio e la prima reazione del dipartimento
Quel giovedì mattina, il professor Andrea Vannini si trovava in un bosco con gli studenti per una esercitazione pratica, quando all’improvviso è arrivata la telefonata che ha cambiato tutto: “C’è fumo dal tetto della facoltà”. Nel giro di dieci minuti, l’edificio era già avvolto dalle fiamme. Vannini, professore ordinario del dipartimento dibaf, ha descritto con voce commossa ciò che ha visto: “Il personale è riuscito a uscire in tempo. Nessun ferito, fortunatamente. Ma il palazzo è quasi completamente distrutto”.
Il cuore del danno: laboratori e dipartimenti coinvolti
Il fulcro dell’area colpita sono stati i laboratori di dibaf e del dipartimento dafne, con danni devastanti soprattutto nel settore dedicato alla produzione delle piante, completamente ridotto in cenere. In pochi attimi, strumenti, raccolte scientifiche e materiali fondamentali per gli studi sono andati distrutti, mettendo a rischio anni di progressi.
I danni materiali e le perdite scientifiche nell’edificio bruciato
Al danno fisico dell’incendio, si somma quello più difficile da quantificare: la perdita di dati, esperimenti in corso e strumentazioni sofisticate. I macchinari distrutti avevano costi elevati, molti dei quali erano stati acquistati di recente e finanziati tramite il piano nazionale di ripresa e resilienza . Questo elemento rende il colpo ancora più pesante, visto che rappresentava un investimento per il futuro.
Patrimonio scientifico e umano compromesso
Tra l’altro, alcune collezioni e documentazioni storiche, accumulate nel corso degli anni, sono state irrimediabilmente compromesse dal rogo. Il professore Vannini ha ricordato come quell’edificio non fosse solo un luogo di lavoro ma anche una casa per tanti accademici e studenti. Lui stesso è stato il primo laureato in scienze forestali all’università della Tuscia e lì ha costruito buona parte della propria carriera.
Solidarietà del territorio e prospettive per la ricostruzione
Nonostante lo shock iniziale, la risposta della comunità locale, del comune di Viterbo e dell’ateneo è stata immediata. Nella giornata successiva all’incendio, si è svolta una riunione dove sono emersi i primi passi per affrontare l’emergenza e progettare il recupero. Il coinvolgimento del territorio si è tradotto in un sostegno concreto, segno che l’università mantiene un legame stretto con la realtà sociale e culturale della provincia.
Emozioni intense hanno accompagnato questi momenti: lacrime per la perdita, ma anche la volontà di riprendere al più presto l’attività. Il professor Vannini ha sottolineato il bisogno condiviso di ricominciare rapidamente per restituire alla comunità accademica gli spazi e gli strumenti indispensabili allo studio e alla ricerca. La vicinanza del territorio rappresenta un’energia da cui ripartire in vista della ricostruzione e del ritorno a una quotidianità normale.
Accertamenti in corso e gestione dell’emergenza
Dopo l’incendio, sono partiti i controlli da parte della asl e dell’ispettorato del lavoro per capire le cause dell’incendio e verificare eventuali responsabilità o carenze nei sistemi di prevenzione. Questi accertamenti fanno parte della fase investigativa indispensabile per garantire sicurezza e affidabilità negli spazi accademici.
Intanto, l’università ha attivato protocolli per salvaguardare il personale e predisporre soluzioni temporanee per le attività didattiche e di ricerca. Sul lato tecnico si valutano anche interventi per bonificare l’area interessata e ripristinare gli ambienti distrutti. La gestione dell’emergenza prosegue con la collaborazione delle istituzioni, che concordano tempi e modalità per la ricostruzione.
Il 4 giugno rimane una data dolorosa per l’università della Tuscia e la città di Viterbo, che ora guardano al futuro con la determinazione a superare il danno e rigenerare il dipartimento e i laboratori coinvolti dall’incendio.