A Viterbo si pensa a una facoltà di medicina termale dopo l’incendio alla facoltà di agraria
La ministra Anna Maria Bernini visita Viterbo dopo l’incendio alla facoltà di agraria, proponendo la creazione di una nuova facoltà di medicina termale per rilanciare l’università della Tuscia.

Un incendio ha danneggiato la facoltà di agraria dell’università della Tuscia a Viterbo, spingendo istituzioni e ministero a pianificare la ricostruzione e a proporre l’istituzione di una nuova facoltà di medicina termale, valorizzando le risorse locali. - Unita.tv
L’incendio che ha colpito la sede della facoltà di agraria dell’università della Tuscia a Viterbo ha scosso la comunità accademica e cittadina. Nei giorni successivi al rogo, si sono avviate discussioni per rilanciare l’ateneo con nuove prospettive legate alle peculiari risorse del territorio. La ministra dell’università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha visitato la città per valutare la situazione e incontrare le autorità locali, aprendo un dialogo su possibili sviluppi, tra cui la nascita di una facoltà dedicata alla medicina termale.
La visita della ministra anna maria bernini a viterbo per valutare i danni e le prospettive
Il giorno dopo l’incendio che ha devastato la sede della facoltà di agraria situata nel polo del Riello, è arrivata a Viterbo la ministra dell’università Anna Maria Bernini. La sua presenza ha avuto lo scopo di effettuare un sopralluogo diretto sul luogo dell’incidente e di confrontarsi con le istituzioni locali sulle misure da adottare. L’incontro si è svolto nel rettorato di Santa Maria in Gradi, dove la ministra ha dialogato con la sindaca Chiara Frontini, il rettore Stefano Ubertini, il prefetto Gennaro Capo e il presidente della provincia Alessandro Romoli.
Gestione immediata e progetti di ricostruzione
Durante la riunione si è preso in esame sia la gestione immediata dell’emergenza che i progetti di ricostruzione della sede universitaria danneggiata. La ministra ha assicurato l’attenzione e il supporto finanziario del ministero dell’università e della ricerca per far fronte al danno e riavviare al più presto le attività didattiche e amministrative interrotte dall’incendio. Tale intervento mira a mantenere l’operatività dell’ateneo e a garantire la continuità dei servizi agli studenti e al personale.
Questo passaggio ha posto le basi per considerare come rilanciare la struttura nel medio termine, sfruttando l’occasione per pensare a nuovi progetti che possano valorizzare le specificità locali e rafforzare il ruolo dell’università sul territorio. L’attenzione si è spostata quindi anche verso proposte più innovative di sviluppo, che superino il semplice ripristino dei danni.
La proposta di una facoltà di medicina termale legata al territorio di viterbo
Nel corso dell’incontro, la sindaca Chiara Frontini ha portato sul tavolo una proposta legata alla vocazione termale della città di Viterbo e del suo territorio circostante. Rientrata con urgenza da Budapest, dove partecipava a una conferenza internazionale sul turismo termale, la Frontini ha spiegato la rilevanza culturale ed economica di questo comparto. Ha sottolineato come l’area di Viterbo sia riconosciuta per le sue risorse termali uniche e abbia una storia consolidata di attenzione a questa materia.
Da questo è nato il suggerimento di valutare la creazione di una facoltà di medicina termale proprio nell’ateneo locale. Questa specializzazione accademica potrebbe sfruttare le potenzialità del territorio per sviluppare studi, ricerca e formazione in un ambito specifico e poco diffuso in ambito nazionale. La medicina termale si collega a discipline come la fisioterapia, la riabilitazione, la dermatologia e la balneoterapia, rispondendo anche a una domanda crescente di approfondimenti scientifici e professionali su questo campo.
Interesse e sviluppo della nuova facoltà
La proposta ha trovato disponibilità da parte della ministra e dei rappresentanti universitari, che stanno ora studiando le condizioni organizzative e logistiche per realizzare questo progetto. Si tratterebbe di un passo significativo per l’università della Tuscia, che aggiungerebbe un indirizzo innovativo e legato al patrimonio naturale locale. Inoltre, una facoltà dedicata a questa materia potrebbe attrarre studenti e studiosi interessati a una formazione specialistica, con ricadute positive per il territorio e il sistema accademico.
Un nuovo corso per il rilancio dopo l’incendio e il sostegno economico del ministero
L’ipotesi di avviare la facoltà di medicina termale si inserisce in un contesto più ampio di rilancio dell’università della Tuscia a Viterbo, che ha raggiunto un momento critico a seguito dell’incendio. La distruzione della facoltà di agraria ha segnato una battuta d’arresto, ma al contempo ha aperto la strada a riflessioni sul ruolo futuro dell’ateneo. La collaborazione tra istituzioni locali e ministero punta a trasformare questa difficoltà in opportunità per rafforzare e ampliare l’offerta formativa.
La sindaca Frontini ha evidenziato l’impegno economico assicurato dal ministero per riparare i danni causati dall’incendio e recuperare la sede universitaria di agraria appena possibile. Questa risposta tempestiva rappresenta un segnale importante per studenti e personale, che possono confidare in una ripresa concreta delle attività. Nel contempo, l’idea di inserire la medicina termale tra le specializzazioni accademiche conferma l’attenzione a costruire un ateneo più ancorato alle risorse locali.
Prospettive future e sviluppo accademico
Il progetto richiederà tempo e approfondimenti tecnici ma ha già ricevuto un riconoscimento ufficiale a livello istituzionale. L’intenzione è ridisegnare il futuro dell’università della Tuscia tenendo conto delle sfide attuali ma anche delle opportunità offerte dal territorio di Viterbo e dalle sue caratteristiche uniche. A breve si attendono sviluppi e maggiori dettagli sulla fattibilità e sulla programmazione della nuova facoltà, che potrebbe rappresentare una novità rilevante per l’istruzione superiore in Italia.