Al bioparco di roma apre plasticocene, mostra tra arte e ambiente per la giornata mondiale degli oceani
Inaugurata al Bioparco di Roma, la mostra “Plasticocene” esplora l’impatto della plastica sugli oceani attraverso arte e scienza, sensibilizzando sulla salvaguardia degli ecosistemi marini e della biodiversità.

Il Bioparco di Roma inaugura Plasticocene, una mostra che unisce arte e scienza per sensibilizzare sull’impatto della plastica negli oceani e promuovere la tutela della biodiversità marina. - Unita.tv
In occasione della giornata mondiale degli oceani, domenica 8 giugno 2025, il bioparco di roma ha inaugurato l’esposizione plasticocene. La mostra propone un viaggio tra arte e scienza per raccontare l’impatto della plastica sugli ecosistemi marini e invitare a una maggiore attenzione verso la salvaguardia delle acque e della biodiversità. Il percorso si trova nella sala degli elefanti ed è compreso nel biglietto d’ingresso.
La collaborazione tra artista e scienziati per raccontare l’inquinamento marino
La mostra plasticocene nasce dall’idea e cura dell’artista divulgatrice elisabetta milan, con il contributo scientifico del wwf area marina protetta di miramare. L’allestimento unisce installazioni di impatto visivo a pannelli informativi dettagliati. Gli argomenti affrontati includono la storia della plastica, le pratiche di riuso e riciclo, oltre agli effetti dei cambiamenti climatici sui mari, come la tropicalizzazione e la diffusione di specie aliene. Vengono analizzate anche la sovrapesca e l’inquinamento dovuto a plastiche e microplastiche, elementi che riducono drasticamente la qualità degli habitat marini.
Il ruolo degli oceani secondo paola palanza
paola palanza, presidente della fondazione bioparco e nota etologa, ha evidenziato l’importanza degli oceani per il pianeta. Gli oceani producono oltre metà dell’ossigeno che respiriamo e assorbono quasi un terzo della anidride carbonica prodotta dall’uomo. In più, ospitano la maggior parte della biodiversità mondiale. La diffusione della plastica minaccia questo ecosistema vitale, rischiando di compromettere la sopravvivenza di molte specie e, indirettamente, la nostra stessa vita.
Le sei installazioni artistiche che compongono il percorso plasticocene
La rassegna comprende sei opere, ciascuna pensata per raccontare un aspetto diverso dell’inquinamento marino e delle sue conseguenze. Tra queste spicca la “canoa lignea sul mare di plastica”: una canoa in legno costruita da un maestro d’ascia veneziano, posta su cento bottiglie d’acqua da 18 litri. Questa rappresentazione dà forma a un mare fatto di plastica e illustra l’invasione degli ambienti naturali da parte della macro-plastica. La barca simboleggia la possibilità di aprire un varco e cercare un futuro più sostenibile.
Le meduse aliene e il loro significato
L’installazione “la famiglia di meduse aliene” raffigura cinque meduse giganti assemblate da plastica di recupero, trovata sulle spiagge. Le meduse rappresentano la presenza sempre più frequente di specie non autoctone, favorita dal riscaldamento globale e dallo squilibrio dei cicli naturali causato dall’uomo.
Il nautilus tra passato e futuro
Nella scultura “nautilus” un bassorilievo in argilla mostra il mollusco considerato un fossile vivente, apparso 500 milioni di anni fa. Su di esso sono impressi calchi di oggetti plastici di uso comune, come forchette e bastoncini cotonati, con un riferimento implicito al futuro: forse gli archeologi troveranno reperti costituiti da oggetti di plastica ormai scomparsi.
Il microcosmo invisibile e la denuncia delle microplastiche
In “non è solo acqua” l’attenzione si sposta sulla micro biodiversità. Pannelli di plexiglas rappresentano una goccia d’acqua al microscopio, con il plancton che produce gran parte dell’ossigeno terrestre ma resta invisibile a occhio nudo. Questa consapevolezza rende più urgente la lotta contro l’inquinamento, perché anche piccole particelle danneggiano questo delicato equilibrio.
Mangiamo ciò che laviamo
L’opera intitolata “mangiamo ciò che laviamo” denuncia il problema delle microfibre sintetiche disperse in mare dai lavaggi domestici. Raffigura una lavatrice rossa da cui esce un polpo gigante realizzato con una rete abbandonata di cento metri. Queste microplastiche si infilano nella catena alimentare, finendo nei pesci e quindi anche nelle nostre tavole. L’installazione mette in luce un collegamento diretto tra le nostre azioni quotidiane e la salute del mare.
Plasticocene, il mare inquieto che riflette le scelte di ognuno
L’installazione omonima “plasticocene” rappresenta un mare tumultuoso fatto di fili di plastica azzurri sopra cassette di polistirolo e plastica. Tra i flutti emergono oggetti abbandonati come pneumatici, scarponi da sci, flaconi e lamette, confusi con coralli, conchiglie e stelle marine. Al centro si trova un’urna in vetro con una carta di credito dorata: un simbolo della quantità media di plastica che ciascuno ingoia in una settimana, stimata intorno ai cinque grammi. Questo elemento richiama la responsabilità individuale e collettiva nel continuare a produrre e disperdere rifiuti plastici.
Un messaggio rivolto ai cittadini di domani per invertire la rotta
L’artista elisabetta milan ha sottolineato come l’arte può spingere le persone a riflettere e cambiare atteggiamento. Ogni individuo rappresenta una goccia d’acqua, ma sommando questi contributi si può formare un oceano capace di migliorare la situazione ambientale. La mostra si rivolge soprattutto alle future generazioni, con la speranza di fermare l’avanzata della plastica nei mari entro il 2050. Il progetto del bioparco di roma si inserisce in una più ampia azione di informazione e tutela, invitando a rispettare l’acqua come risorsa indispensabile per la vita.