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Viterbo, fondi e tempi certi per ricostruire la facoltà di agraria dopo l’incendio

Incendio alla facoltà di agraria dell’università della Tuscia a Viterbo: il ministro Anna Maria Bernini assicura risorse per la ripresa delle attività e propone una specializzazione in medicina termale.

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Un incendio ha gravemente danneggiato la facoltà di agraria dell’Università della Tuscia a Viterbo; il ministro Bernini e le autorità locali hanno assicurato supporto finanziario e operativo per la rapida ripresa delle attività, proponendo anche una nuova specializzazione in medicina termale. - Unita.tv

Il recente incendio ha colpito duramente la facoltà di agraria dell’università della Tuscia a Viterbo, causando danni ingenti agli edifici e ai laboratori. Gli incontri istituzionali avvenuti il 21 aprile 2025 hanno fatto il punto sulle risorse disponibili e sulle misure da adottare per garantire la ripresa delle attività accademiche nel minor tempo possibile.

La visita del ministro dell’università anna maria bernini e gli impegni presi

Il ministro dell’università e della ricerca, anna maria bernini, si è recata a Viterbo per verificare di persona gli effetti del rogo. L’incontro, avvenuto in presenza del rettore stefano ubertini, della sindaca chiara frontini e del presidente della provincia alessandro romoli, ha consentito di valutare l’entità dei danni causati dalle fiamme nei locali di agraria. Bernini ha confermato la disponibilità del ministero a mettere a disposizione le risorse economiche necessarie al ripristino della struttura nel più breve tempo possibile.

Le autorità hanno sottolineato inoltre il valore strategico dell’ateneo per il territorio e l’urgenza di reagire prontamente per evitare ripercussioni sulla didattica e sulla ricerca. La sindaca frontini ha evidenziato la necessità di un coordinamento tra enti istituzionali e realtà accademiche locali per definire un piano dettagliato di interventi. L’impegno del ministero, dunque, non si limiterà soltanto al finanziamento, ma comprenderà anche un supporto operativo per garantire la continuità delle attività universitarie.

Proposte per una specializzazione in medicina termale e sostegno all’ateneo

Durante il confronto con il ministro, è stata proposta l’idea di ampliare l’offerta formativa dell’università della Tuscia con l’introduzione di una specializzazione in medicina termale. Viterbo, grazie alla presenza delle terme e alla tradizione legata alle proprietà curative delle acque, può diventare un punto di riferimento per questo percorso universitario innovativo.

La sindaca frontini ha manifestato la volontà di aprire nuove prospettive per il territorio, mettendo al centro gli studenti e la qualità dell’offerta formativa. Parallelamente si sta lavorando per fornire un supporto concreto a docenti a contratto, dottorandi e assegnisti colpiti dalla situazione critica. Il mantenimento del capitale umano rappresenta una priorità assoluta, così come lanciare iniziative per incentivare le immatricolazioni nel prossimo anno accademico. La salvaguardia di ruolo e lavoro per tutti è un aspetto fondamentale nel percorso di ricostruzione dell’ateneo dopo l’incendio.

Soluzioni rapide per garantire la continuità dei laboratori e della ricerca scientifica

Un punto cruciale riguarda il mantenimento dell’attività di ricerca e dei laboratori che si sono trovati improvvisamente senza spazi adeguati. In queste ore la macchina organizzativa dell’università e delle istituzioni locali sta elaborando diverse ipotesi per trasferire temporaneamente i dipartimenti coinvolti.

Le alternative spaziano dall’utilizzo di spazi pubblici non occupati a collaborazioni con enti del territorio, per assicurare che le attività scientifiche non subiscano interruzioni rilevanti. La strategia prevede un intervento rapido e coordinato, con l’obiettivo di far tornare le strutture a pieno regime senza che questo comporti rallentamenti nei progetti di ricerca in corso.

Il dialogo tra ministero, amministrazione comunale e università continua a svilupparsi in modo serrato. In questo momento delicato l’attenzione si concentra sul garantire sia la sicurezza fisica degli spazi, già migliorata dopo il rogo, sia la sicurezza del lavoro di studenti e ricercatori che rappresentano il fulcro dell’università.