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Regione Lazio vieta lavoro al sole nelle ore più calde fino ad agosto 2025 per proteggere lavoratori all’aperto

La regione Lazio vieta il lavoro all’aperto nelle ore centrali del giorno fino al 31 agosto 2025 per ridurre i rischi legati alle alte temperature e ai cambiamenti climatici.

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La Regione Lazio vieta il lavoro all’aperto nelle ore più calde nelle giornate a rischio elevato di esposizione solare, per proteggere la salute dei lavoratori fino ad agosto 2025. - Unita.tv

Con l’avanzare della stagione calda, la regione Lazio ha emanato un’ordinanza che vieta il lavoro all’aperto nelle ore centrali del giorno nelle zone con elevato rischio di esposizione solare. Questa misura riguarda specifici settori come l’agricoltura, l’edilizia e le attività in cave, e resta in vigore fino alla fine di agosto 2025. Il provvedimento nasce per ridurre i rischi collegati alle alte temperature, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici.

Dettagli dell’ordinanza e ambito di applicazione

L’ordinanza firmata dal presidente della regione Lazio, Francesco Rocca, stabilisce il divieto di svolgere attività lavorative all’aperto tra le 12.30 e le 16 nelle giornate in cui il rischio di esposizione solare risulta alto secondo la mappa di worklimate.it. Il divieto si applica a tutto il territorio regionale e interessa in particolare gli operai impegnati in agricoltura, floricoltura, cantieri edili e cave esterne.

La scelta di questo orario è legata al periodo della giornata in cui il sole raggiunge l’intensità maggiore e si concentrano i pericoli di malori dovuti a colpi di calore o disidratazione. Il riferimento alle giornate con rischio “alto” che la mappa riferisce consente di modulare l’applicazione del divieto sui dati reali relativi alle condizioni meteorologiche.

L’ordinanza, in vigore da subito, rimane valida fino al 31 agosto 2025, coprendo così l’intera stagione estiva. In questo arco di tempo le autorità hanno la possibilità di aggiornare o rafforzare le misure in base ai cambiamenti climatici e le condizioni atmosferiche.

Esclusioni e indicazioni per le attività pubbliche e di emergenza

Non tutti i lavori all’aperto sono coinvolti dalla nuova norma. Sono esclusi gli interventi effettuati da pubbliche amministrazioni, concessionari di servizi pubblici e le loro imprese appaltatrici in casi di interventi di pubblica utilità, protezione civile o salvaguardia della sicurezza pubblica.

Anche in queste situazioni resta l’obbligo di adottare tutte le misure necessarie per ridurre il più possibile il rischio derivante dall’esposizione al caldo intenso. Ciò include pause frequenti, fornitura di acqua, cambi di orario o altre precauzioni organizzative.

Le esclusioni tengono conto della necessità di non bloccare servizi essenziali o interventi urgenti, ma bilanciano questo con la sicurezza degli operatori, richiedendo comunque attenzioni specifiche.

Motivazioni e dichiarazioni del presidente della regione lazio

Il presidente Rocca ha sottolineato l’urgenza di tutelare la salute dei lavoratori, soprattutto quelli esposti direttamente al sole. Ha evidenziato come il cambiamento climatico stia causando ondate di calore sempre più frequenti e intense, aumentando il pericolo di incidenti e malattie professionali legate alle alte temperature.

Il provvedimento ha lo scopo di prevenire situazioni di rischio durante le ore più calde della giornata, un orario che spesso coincide con la massima esposizione ai raggi solari e al caldo. La misura è stata definita un atto di responsabilità, non solo un semplice intervento contingente.

Il presidente ha dichiarato inoltre che la regione continuerà a tenere sotto controllo l’evoluzione climatica e i dati meteorologici per valutare la necessità di ulteriori restrizioni o modifiche al provvedimento. La tutela dei lavoratori è considerata prioritaria in un contesto di emergenza climatica.