Incendio nell’istituto di agraria a viterbo: emergono carenze critiche nei vigili del fuoco locali
L’incendio all’istituto di agraria di Viterbo evidenzia gravi carenze nei mezzi e nel personale dei vigili del fuoco, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza pubblica e sull’efficacia delle emergenze.

Un incendio all’istituto di agraria di Viterbo ha messo in luce gravi carenze di mezzi e personale nel comando locale dei vigili del fuoco, evidenziando la necessità di interventi urgenti per garantire la sicurezza. - Unita.tv
L’incendio che ha distrutto parte dell’istituto di agraria a Viterbo ha riportato all’attenzione nazionale le difficoltà del comando locale dei vigili del fuoco. Il rogo, uno dei più grandi mai gestiti nella provincia, ha evidenziato carenze importanti nelle risorse umane e nel parco mezzi, mettendo a dura prova gli operatori impegnati nelle operazioni di spegnimento e soccorso. La denuncia arriva dal coordinatore nazionale USB VVF, Emiliano Salcini, che ha sottolineato le problematiche strutturali accumulate negli anni.
L’incendio all’istituto di agraria e la complessità dell’intervento
L’evento si è verificato il 4 giugno 2025, presso la facoltà di agraria di Viterbo. Le fiamme hanno avvolto l’intera palazzina, minacciando anche le abitazioni vicine nel quartiere circostante. La dimensione del rogo ha richiesto un impegno straordinario da parte dei vigili del fuoco di Viterbo, impegnati a contenere e spegnere le fiamme. Sul posto sono intervenute anche squadre di rinforzo provenienti da altre province, ma il ritardo nel loro arrivo ha reso il soccorso complicato.
Condizioni difficili per i vigili del fuoco
L’azione dei vigili del fuoco si è svolta in condizioni difficili, con mezzi insufficienti rispetto alla portata dell’incendio. La mancanza di autoscala, autobotti e ulteriori autopompe ha limitato la capacità operativa iniziale. Nonostante lo sforzo e la professionalità del personale, le difficoltà logistiche hanno fatto emergere le lacune del comando locale, chiamato a operare in emergenze sempre più impegnative.
I mezzi e il personale insufficienti per le emergenze a viterbo
La criticità maggiore riguarda la dotazione di mezzi a disposizione della sede di Viterbo. Al momento dell’incendio, sul territorio lavoravano soltanto due squadre, provenienti dai distaccamenti di Civita Castellana e Gradoli. Questi gruppi hanno cercato di garantire la copertura del soccorso sul territorio provinciale senza poter contare su un parco mezzi completo, particolarmente necessario in situazioni d’emergenza come quella dell’istituto di agraria.
Limiti nelle risorse materiali
La carenza di mezzi come autoscala e autobotti ha costretto gli operatori a svolgere l’intervento con risorse limitate, influendo sulla rapidità e l’efficacia del soccorso. Il problema è peggiorato dall’inizio della stagione estiva, momento in cui gli incendi boschivi aumentano i rischi e le richieste operative, senza che venga previsto un aumento immediato del personale o un turno straordinario di lavoro finché non arriva luglio.
Il problema organico e la gestione delle risorse umane nel comando di viterbo
Oltre alla carenza di mezzi, il comando di Viterbo passa da anni un difficoltà nel mantenere un organico almeno adeguato per rispondere alle emergenze. Il numero di vigili in servizio è inferiore al necessario, anche solo sulla carta, perché molti posti restano vacanti. Due anni di blocco per le assunzioni di nuovi vigili riducono ulteriormente la possibilità di aumentare il personale disponibile.
A questo si somma il ritardo nella mobilità nazionale del corpo dei vigili del fuoco, prevista per inizio aprile e slittata a giugno senza essere ancora conclusa. Questa situazione rallenta l’inserimento di nuovi operatori e impedisce un ricambio efficace. I turni diventano quindi più pesanti e le coperture territoriali restano scarse, con riflessi sulla sicurezza generale della provincia.
Le critiche alla politica e la richiesta di interventi urgenti
Emiliano Salcini, rappresentante del Coordinamento Nazionale USB VVF, ha puntato il dito contro la classe politica. Secondo lui, i vigili del fuoco vengono considerati una priorità bassa o addirittura di serie b da vari governi, nonostante il ruolo cruciale per la sicurezza pubblica. Negli ultimi anni il personale e i mezzi non sono stati adeguatamente potenziati, anche quando le condizioni lo richiedevano.
Le parole di Salcini sottolineano una distanza tra il riconoscimento formale del lavoro dei vigili e la realtà degli investimenti effettivi. Gli appelli per un rafforzamento delle risorse umane e materiali restano spesso inascoltati. Il rischio maggiore si vede proprio in situazioni di emergenza estreme come quella di Viterbo, dove la carenza di supporto crea pericoli non solo per i soccorritori, ma anche per la popolazione.
Un campanello d’allarme per tutto il territorio nazionale
La vicenda del rogo nell’istituto di agraria rappresenta quindi un campanello d’allarme che non coinvolge soltanto Viterbo, ma indica problemi strutturali largamente diffusi tra i comandi vigili del fuoco. Gli operatori continuano a garantire il soccorso con dedizione, ma difficilmente basteranno i singoli sforzi senza un intervento concreto sulle condizioni di lavoro e sugli strumenti a disposizione.