Incendio alla facoltà di agraria di Viterbo: cominciano le valutazioni dei danni e si pensa alla ripresa delle attività
Un incendio ha devastato la facoltà di agraria dell’Università degli Studi della Tuscia a Viterbo, distruggendo laboratori e materiali di ricerca, mentre si pianificano ricostruzione e ripresa delle attività accademiche.

Un incendio divampato durante lavori sul tetto ha gravemente danneggiato la facoltà di agraria dell’Università della Tuscia a Viterbo, distruggendo aule, laboratori e materiali di ricerca. L’ateneo sta pianificando la ricostruzione e soluzioni temporanee per garantire la continuità didattica. - Unita.tv
Un incendio ha gravemente danneggiato la facoltà di agraria dell’Università degli Studi della Tuscia a Viterbo. Le fiamme, divampate durante lavori sul tetto, hanno distrutto aule, laboratori e archivi importanti per la ricerca. Ora si avvia la valutazione dei danni strutturali e si valuta come riprendere la vita studentesca nel prossimo anno accademico.
La dinamica dell’incendio e l’intervento dei soccorsi
La mattina del 10 aprile 2025, intorno alle 10, un principio di incendio ha coinvolto la struttura della facoltà di agraria mentre degli operai erano impegnati in lavori sul tetto. Le fiamme si sono propagate rapidamente, alimentate dai pannelli fotovoltaici installati sulla copertura, e hanno raggiunto le aree interne dell’edificio. Le aule, i laboratori e la biblioteca sono stati raggiunti dal fuoco in poco tempo, causando un danno esteso.
I vigili del fuoco, intervenuti tempestivamente insieme alla protezione civile e alle forze dell’ordine, hanno evitato che le fiamme si estendessero ulteriormente. L’evacuazione degli studenti e del personale presente è avvenuta in modo ordinato, senza feriti o ustioni. Testimonianze raccolte tra gli studenti parlano di momenti di grande tensione, con materiale ardente che cadeva dal soffitto e fumo denso che ha invaso gli ambienti in pochi minuti. Le autorità hanno quindi messo in sicurezza l’area e circoscritto l’incendio.
Le dichiarazioni del rettore e le prime valutazioni sulle conseguenze
Il rettore uscente Stefano Ubertini ha espresso profondo dolore per quanto accaduto, definendo la situazione «una perdita non sanabile». L’edificio, simbolo di anni di studio e ricerca, è stato ridotto a uno scheletro annerito dal fuoco. Ubertini ha specificato che la struttura non ha subito crolli significativi: solo alcuni lucernari sono caduti durante l’incendio, in particolare quelli coinvolti nel punto d’origine delle fiamme.
Il danno più rilevante riguarda i materiali di ricerca. Gran parte dei laboratori conteneva campioni biologici, strumenti scientifici e documentazione di rilevanza che sono andati distrutti. «Il lavoro dei ricercatori è stato compromesso gravemente», ha detto il rettore, aggiungendo che le conseguenze impatteranno sul proseguimento delle attività scientifiche per molti anni.
Le prospettive per la ricostruzione e la ripresa della vita accademica
Nonostante il danno, l’università guarda al futuro con l’obiettivo di ricostruire e riprendere le attività. La rettrice in carica, Tiziana Laureti, insieme a Ubertini, ha iniziato a coinvolgere enti locali, istituzioni e comunità per avviare la raccolta di fondi necessari. Secondo le prime stime, serviranno milioni di euro per rimettere in sesto la struttura e dotarla nuovamente di laboratori funzionanti.
Intanto si sta lavorando per organizzare le lezioni del prossimo anno accademico, previsto per settembre 2025. Per molti studenti, tornare nella vecchia facoltà non sarà possibile. L’ateneo sta valutando soluzioni alternative, come l’utilizzo di spazi temporanei o la collaborazione con altre sedi universitarie. La priorità è garantire la continuità didattica e non interrompere i percorsi formativi.
L’impatto sulla comunità studentesca e l’atmosfera dopo il rogo
L’incendio ha colpito non solo l’edificio, ma ha segnato profondamente studenti e docenti. Molti di loro descrivono l’edificio come una seconda casa, luogo di ore trascorse tra lezioni e ricerche. Vedere la propria facoltà avvolta dalle fiamme ha creato un senso di smarrimento e tristezza diffusa.
In queste ore si stanno organizzando incontri per sostenere chi frequenta quel corso di studi e per coordinare le azioni necessarie a far fronte all’emergenza. Il coinvolgimento della città di Viterbo appare compatto, con cittadini che si sono detti pronti a contribuire, in vari modi, per aiutare l’ateneo a superare questo momento. Sarà fondamentale adesso seguire passo passo l’evoluzione dei lavori e la ricostruzione, monitorando gli sviluppi per il futuro della facoltà e di chi la frequenta.