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Il piano per eliminare le barriere architettoniche a Viterbo pronto per il consiglio comunale

Il comune di Viterbo ha approvato il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, promuovendo un territorio più accessibile e inclusivo attraverso interventi mirati su edifici e spazi pubblici.

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Il comune di Viterbo ha completato il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, un progetto partecipato e strategico che mira a rendere accessibili edifici pubblici, percorsi urbani e frazioni, promuovendo inclusività e mobilità per persone con disabilità. - Unita.tv

Il comune di Viterbo ha completato il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche , documento fondamentale per migliorare l’accessibilità degli spazi pubblici e degli edifici comunali. Dopo mesi di lavoro e confronto con associazioni, università e cittadini, il piano si appresta ad essere discusso dalla terza commissione e successivamente dal consiglio comunale. Questo segna una fase cruciale verso una città più accessibile e inclusiva per persone con disabilità motorie, sensoriali o cognitive.

Il piano come strumento culturale e prospettive per l’attuazione

Il Peba non è semplicemente un documento tecnico per il comune di Viterbo, ma un modo per promuovere una diversa idea di città. La consapevolezza di una società più inclusiva passa da scelte concrete che abbattono barriere materiali ma anche culturali. Il percorso partecipato e la trasparenza del lavoro svolto offrono un modello da replicare, facendo crescere l’attenzione su diritti e bisogni di soggetti in passato troppo spesso ignorati.

Il comune adotterà il piano come atto di indirizzo e darà corso agli interventi con tempi e modalità graduali. La gestione delle risorse sarà modulata negli anni, integrando i lavori di abbattimento barriere anche durante appalti ordinari e progetti più ampi di riqualificazione urbana. Questa flessibilità vuole evitare sprechi e favorire soluzioni inserite in cantieri già aperti, per un’esperienza meno invasiva per la città.

Il piano diventerà così un riferimento costante per monitorare i progressi verso un territorio più accessibile. La via indicata non si conclude con l’approvazione ma rappresenta il punto di partenza per verifiche continue e possibili adattamenti, allineati alle nuove esigenze di una popolazione che vuole muoversi liberamente. Lo sguardo di Viterbo tocca quindi nuovi scenari, puntando a una maggiore inclusività nelle politiche urbane.

La rete dei percorsi prioritari e le aree urbane interessate

Oltre agli edifici pubblici, il piano del comune individua un sistema articolato di percorsi prioritari dove intervenire per eliminare le barriere presenti sulle strade, marciapiedi e piazze. Il tragitto principale collega la stazione di porta Romana a piazza Fontana Grande, attraversando le piazze e le vie storiche del centro come piazza del Plebiscito, piazza delle Erbe e via Marconi.

Anche le zone oltre le mura cittadine diventano protagoniste: piazzale Gramsci, Riello, Pratogiardino e piazza Crispi saranno oggetto di interventi. Questi luoghi, frequentati quotidianamente da residenti e turisti, risentono della presenza di ostacoli che limitano la mobilità e la sicurezza dei pedoni con ridotte capacità motorie. Il piano delinea collegamenti continui e senza dislivelli eccessivi, con l’installazione di segnali adatti e corretta manutenzione di percorsi sensibili.

Importanti anche le frazioni coinvolte nel progetto: Bagnaia, Grotte Santo Stefano e San Martino al Cimino vedranno sviluppi mirati che considerano caratteristiche specifiche del territorio e della popolazione locale. L’obiettivo è garantire un intervento diffuso, non confinato al solo centro storico, per valorizzare tutta l’area comunale e migliorare la vivibilità a chi spesso resta ai margini.

L’analisi degli immobili comunali e gli interventi previsti

Una parte sostanziale del piano si concentra su 22 edifici di proprietà comunale, compresi edifici scolastici, luoghi culturali e sedi amministrative. Ogni edificio è stato monitorato con attenzione per rilevare le criticità che ostacolano l’accesso o la mobilità delle persone con disabilità. Il teatro dell’Unione, con la sua importanza culturale, necessita di un ascensore per oltre 150mila euro, mentre in palazzo dei Priori l’adeguamento del corrimano costa circa 500 euro.

Le scuole primarie e gli asili rientrano anche nel progetto per garantire un accesso sicuro ai bambini e alle famiglie. Gli uffici della polizia locale e quelli di via Garbini sono stati esaminati per eliminare barriere di accesso. Il piano non si limita a segnalare i problemi, ma propone soluzioni con stime precise per ogni intervento, fornendo al comune una guida chiara su dove concentrare le risorse.

Questi miglioramenti puntano a rimuovere ostacoli ingravescenti che limitano la partecipazione sociale e culturale in luoghi pubblici di grande rilevanza per la comunità. Ogni intervento è quindi pensato per facilitare la vita quotidiana, senza escludere persone con disabilità temporanee o anziani. Nel complesso, questo passo concreto si iscrive in una strategia che vuole progredire per gradi, secondo le disponibilità economiche annuali.

La costruzione partecipata del piano e il ruolo degli stakeholder locali

Il Peba è nato da un processo lungo e condiviso che ha coinvolto più soggetti del territorio. Associazioni del terzo settore hanno portato le loro esperienze dirette, la consulta per la disabilità ha offerto competenze specifiche, mentre l’università della Tuscia ha contribuito con studi tecnici e analisi. Il dialogo con questi interlocutori ha permesso di mettere a punto un documento che non si limita a interventi tecnici ma considera anche la dimensione sociale e culturale dell’accessibilità.

Questa collaborazione ha assicurato che le esigenze reali delle persone con disabilità emergessero con chiarezza. Gli incontri svolti durante la redazione hanno raccolto osservazioni e suggerimenti, dando voce non solo agli esperti, ma anche ai cittadini che vivono quotidianamente le limitazioni causate dalle barriere architettoniche. Il piano riflette dunque un progetto condiviso di trasformazione urbana che mira a superare gli ostacoli più evidenti.

L’attenzione non è stata rivolta solo agli edifici comunali, ma anche al sistema dei percorsi e degli spazi pubblici, per garantire continuità e sicurezza nei tragitti cittadini. Un’idea di città che supera le mura degli edifici e punta a una rete di spazi accessibili, con particolare riguardo alle frazioni di Bagnaia, Grotte Santo Stefano e San Martino al Cimino.