Il folkstudio tra storia e musica: serata evento a roma il 7 giugno per ricordare il locale simbolo degli anni 60 e 90
Il 7 giugno, all’Antica Stamperia Rubattino di Roma, si conclude la rassegna “Stanze Polverose” con una serata dedicata al Folkstudio e ai suoi storici protagonisti.

Il 7 giugno all'Antica Stamperia Rubattino di Roma si conclude la rassegna "Stanze Polverose", un omaggio al Folkstudio, storico locale che ha lanciato grandi artisti della musica italiana, con testimonianze, ospiti e musica dal passato al presente. - Unita.tv
Il 7 giugno alle 21, all’antica stamperia rubattino di roma, si terrà l’appuntamento finale della rassegna “stanze polverose”, dedicata al folkstudio, locale storicamente centrale per la musica italiana. Nato nel 1961, questo spazio ha visto esibirsi i primi artisti come antonello venditti, francesco de gregori e rino gaetano. L’iniziativa offrirà una testimonianza diretta e approfondita di quel periodo attraverso canzoni, racconti, immagini e ospiti che hanno intrecciato la loro carriera con il folkstudio.
Il folkstudio: origine e identità del locale che ha segnato la musica italiana
Il folkstudio si aprì nel 1961 grazie a harold bradley, che ne fu il fondatore, per poi passare al controllo di giancarlo cesaroni fino alla chiusura, avvenuta verso la fine degli anni novanta. La sua fama si deve soprattutto all’essere stato il trampolino di lancio per diverse generazioni di musicisti che hanno poi scritto pagine importanti nel panorama musicale italiano. Il folkstudio non era solo un palco, ma un punto di incontro culturale, un ambiente dove si mescolavano differenti tendenze artistiche e nato con l’intento di valorizzare la musica folk e d’autore. Nel corso degli anni, si è trasformato in un osservatorio attento sui cambiamenti musicali e sociali del paese.
Una serata guidata da enrico deregibus
La serata del 7 giugno sarà condotta da enrico deregibus, noto giornalista e operatore culturale, che guiderà il pubblico alla scoperta delle curiosità e delle memorie legate al locale. Vengono presentate testimonianze dirette e materiali inediti, per rievocare un luogo che ha lasciato un’impronta duratura grazie anche ai suoi gestori, prima harold bradley e poi giancarlo cesaroni, figure chiave nella storia del folkstudio.
Ospiti e protagonisti della serata: voci e musiche del folkstudio dal passato al presente
Tra gli ospiti annunciati figurano volti molto legati alla tradizione e alla continuità del folkstudio. Daniela tosco, attrice coinvolta nella scena culturale romana, porta una testimonianza artistica legata alle atmosfere del locale. Oliver bradley, figlio del fondatore harold, è presente per rappresentare l’aspetto familiare e storico della nascita del folkstudio. Donatella susanna, collaboratrice di giancarlo cesaroni, offre un racconto interno sulle strategie e le esperienze del locale.
Ad aggiungere punti di vista artistici contemporanei c’è nico maraja, giovane cantautore che incarna l’eredità accumulata e rielabora in chiave nuova le influenze del folkstudio. Anche pino marino, uno degli ultimi talenti scoperti da cesaroni, sarà presente per testimoniare l’impatto duraturo del locale sulle carriere emergenti. Fabrizio emigli, cantautore e responsabile per anni del “folkstudio giovani”, nonché direttore artistico dell’antica stamperia rubattino, riporterà l’esperienza maturata nel corso degli anni gestendo questo importante spazio culturale.
L’ingresso all’evento è gratuito, ma richiede prenotazione tramite whatsapp al numero 375.7366804. Un’occasione da non perdere per chi vuole conoscere da vicino storie mai raccontate e ascoltare musiche che hanno fatto scuola nelle ultime sei decadi.
Stanze polverose e l’antica stamperia rubattino: un omaggio a roma e alle sue radici culturali
La rassegna “stanze polverose”, organizzata dall’associazione “sopra c’è gente”, si svolge nel cuore del quartiere testaccio a roma, luogo conosciuto per la sua dimensione popolare e la sua identità storica. L’antica stamperia rubattino è diventata così un punto di riferimento per ricordare il folkstudio, ospitando artisti di ieri e di oggi che ricordano quel percorso musicale e culturale. Al suo interno è custodita la campana originale che veniva fatta suonare per inaugurare ogni concerto al folkstudio. Quel suono ha accompagnato aperture di concerti di grandi artisti, da bob dylan a francesco guccini, da susanne vega a roberto benigni, da lucio dalla fino a valerio magrelli.
Il simbolo della campana e l’eterogeneità artistica del folkstudio
Le prime battute della campana sono diventate un simbolo che ha unito generazioni diverse di musicisti e appassionati. L’elenco degli artisti che si sono esibiti o hanno vissuto esperienze al folkstudio è lungo e variegato, spaziando dalla musica folk internazionale agli intellettuali e poeti della scena romana e italiana. Dalla musica di toquinho alla poesia sonora di gregory corso, dal folk di teresa de sio agli interventi teatrali dei giancattivi, il locale ha rappresentato spesso un crocevia tra diversi linguaggi culturali.
Un’eredità musicale che continua a vivere nelle nuove generazioni
La rassegna vuole anche testimoniare come il folkstudio resti un modello da seguire per gli artisti contemporanei. I cantautori emergenti che oggi si avvicinano all’antica stamperia rubattino riconoscono nel folkstudio un punto di partenza per nuove strade. La formula originale, che combinava musica, racconto e impegno sociale, si ripropone in chiave attuale per promuovere nuove forme d’espressione.
Dialogo tra passato e presente nelle stanze polverose
Il dialogo tra passato e presente avviene nelle “stanze polverose” grazie all’incontro tra voci storiche e giovani artisti. Questo fa sì che il folkstudio non resti solo una memoria da conservare ma un riferimento vivo. Offrire spazio a musicisti che vogliono raccontare storie con la tradizione del folkstudio alle spalle permette di mantenere un filo diretto con un’epoca e un modo di fare cultura che hanno segnato profondamente roma e l’Italia. Le iniziative culturali come questa rassegna diventano così indispensabili per rinnovare quel patrimonio e stimolare nuove riflessioni.
Lo sappiamo, eventi di questo tipo riescono a mantenere viva la memoria di luoghi e momenti fondamentali, mentre l’antica stamperia rubattino afferma il suo ruolo di centro culturale aperto al confronto tra epoche diverse. Il 7 giugno si chiuderà un ciclo di appuntamenti importante, dando appuntamento a chi vuole continuare a scoprire storie e suoni radicati nel tessuto culturale della capitale.