nel quartiere trullo una casa di semiautonomia per donne vittime di violenza e protette internazionali promossa dalla caritas di roma
Nel quartiere Trullo di Roma, la casa “Beata Anuarite” offre supporto a donne vittime di violenza, promuovendo autonomia e reinserimento sociale grazie alla collaborazione della Caritas e altre associazioni.

Nel quartiere Trullo di Roma è nata Casa Beata Anuarite, una struttura di semiautonomia dedicata a donne vittime di violenza e protette internazionali, gestita da Caritas e realtà missionarie, che offre supporto abitativo, formativo e relazionale per favorire la loro indipendenza e rinascita. - Unita.tv
Nel quartiere Trullo a Roma è nata una struttura abitativa dedicata alle donne vittime di violenza e protette internazionali. Questa casa offre un ambiente di supporto per la loro autonomia abitativa, economica e relazionale, oltre a un sostegno per completare percorsi formativi o lavorativi. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra la Caritas diocesana di Roma, le suore Francescane ausiliarie laiche missionarie dell’Immacolata e l’Associazione Laicale Missionaria. L’obiettivo è creare uno spazio dove queste donne possano ricostruire la propria vita superando traumi legati a condizioni di pericolo e violenza.
La dedicazione a beata clementina anuarite, un simbolo di resistenza e fede
La struttura è stata intitolata a beata clementina anuarite, una suora originaria della Repubblica Democratica del Congo, uccisa nel 1964 per aver resistito a un tentativo di stupro durante un periodo di violenze politiche e sociali. La giovane insegnante, appartenente alla congregazione delle Suore della Sacra Famiglia, rappresenta un esempio di difesa della propria identità e fede in situazioni estreme. Il cardinale baldo reina, vicario del papa per la diocesi di Roma, ha visitato la casa e ha dedicato ufficialmente la struttura alla memoria di anuarite. Il nome vuole ricordare le donne costrette a fuggire dai loro paesi per motivi legati a genere, religione, appartenenza sociale o opinioni politiche.
Il modello di semiautonomia per favorire l’indipendenza delle donne accolte
Casa “beata anuarite” si inserisce in un progetto più ampio di sostegno sociale per donne che escono da comunità protette o centri antiviolenza. L’obiettivo è accompagnarle verso una vita più indipendente, ma con un supporto ancora attivo, per aiutarle a consolidare lavoro, condizioni economiche e relazioni familiari. La casa, operativa dal 2020 nel quartiere trullo, ospita sei donne a cui viene offerta assistenza per una durata media di circa dieci mesi. Dalle rilevazioni del 2024 risultano 23 donne accolte, con una prevalenza di ospiti nigeriane, seguite da provenienze diverse come Repubblica Democratica del Congo, Senegal, Costa d’Avorio, Somalia, Etiopia, Burkina Faso, Iraq, Tunisia e Siria. Questo setting permette alle ospiti di ricostruire una rete sociale e territoriale, fondamentale per uscire da una condizione di vulnerabilità.
L’impegno della caritas di roma e le risorse disponibili nel sistema di accoglienza
La casa fa parte di un sistema più vasto di alloggi in semiautonomia gestito dalla Caritas diocesana di Roma. Oltre a “beata anuarite”, sono disponibili 13 appartamenti che, nel 2024, hanno ospitato 84 persone, tra cui 35 minorenni e sei nuclei familiari. Questi alloggi diversificano l’offerta: nove appartamenti sono destinati a persone senza dimora, mentre due sono specifici per protetti internazionali e vittime di violenza . Un’altra casa accoglie minori stranieri non accompagnati o neomaggiorenni che stanno terminando un percorso di accoglienza. Inoltre, un appartamento è dedicato a persone malate di aids che escono dalle case famiglia dopo il ricovero. Questa rete di strutture offre spazi concreti per facilite la ricostruzione della vita delle persone in difficoltà, dando risposte abitative e di sostegno mirate.
Le parole del cardinale reina sulla casa e il suo valore sociale
Durante la visita, il cardinale baldo reina ha definito la casa un’espressione concreta di un amore che prende forma in azioni di cura e solidarietà. Il porporato ha citato papa francesco e il racconto del buon samaritano, evidenziando come un semplice gesto possa trasformarsi in un impegno concreto nel sostenere chi soffre. Secondo il cardinale, la casa nasce dall’apertura di cuore e dalla volontà di ascoltare di Caritas, delle Francescane ausiliarie laiche missionarie e dell’Associazione Laicale Missionaria. Questi gruppi hanno dato vita a uno spazio dove trovare sostegno e impegno condiviso, affrontando temi delicati legati alla protezione delle donne più vulnerabili della città. La struttura vuole incarnare l’idea che ogni gesto di attenzione può trasformarsi in un passo verso la rinascita.