Chiusa la fase delle manifestazioni d’interesse per la riconversione delle aree a carbone di Civitavecchia
Civitavecchia avvia la riconversione industriale delle aree ex carbone, con un protocollo condiviso tra istituzioni per promuovere progetti sostenibili e rilanciare l’economia locale in chiave green.

Civitavecchia ha concluso la raccolta delle manifestazioni d’interesse per la riconversione delle aree ex carbone, avviando la valutazione dei progetti in chiave sostenibile e occupazionale, con il coordinamento di istituzioni locali e nazionali per rilanciare l’economia green del territorio. - Unita.tv
La città di Civitavecchia ha appena chiuso la fase di raccolta delle manifestazioni d’interesse per le aree coinvolte nella dismissione della produzione a carbone. Questo passaggio segna un momento delicato nel processo di riconversione industriale del territorio verso progetti sostenibili. La procedura seguirà prossimi step definiti da un protocollo condiviso fra istituzioni a livello locale e nazionale, con l’obiettivo di rilanciare l’economia locale in chiave green e occupazionale.
Esito della fase di raccolta manifestazioni d’interesse e primo screening
Alla scadenza della call che ha coinvolto investitori e realtà interessate alle aree ex carbone, gli uffici competenti hanno iniziato una prima analisi. Lo screening si concentra sulla verifica della coerenza dei progetti presentati con le finalità di riconversione. Ogni proposta verrà valutata in base a criteri che tengano conto dell’ambito di intervento, ovvero quali attività economiche e produttive verranno sviluppate. Questo passaggio preliminare serve a capire quanto le richieste possano concretamente inserirsi nel contesto territoriale e nelle politiche di sostenibilità fissate dal piano di decarbonizzazione nazionale.
Il numero e la natura delle manifestazioni saranno fondamentali per orientare le fasi successive, definite da gruppi tecnici guidati proprio dagli enti coinvolti nell’operazione. I progetti devono rispondere a requisiti che vanno dalla dimensione dell’investimento e dai tempi di realizzazione fino al tipo destinazione urbanistica prevista. Si porrà particolare attenzione all’impatto diretto o indiretto sull’occupazione locale e sull’ambiente, aspetti strategici per evitare impatti negativi.
Il tavolo tecnico e la valutazione degli interventi
Il secondo passaggio riguarda la costituzione di un tavolo tecnico con rappresentanti delle istituzioni territoriali e ministeriali. Il gruppo lavorerà su dettagli fondamentali per ogni proposta ricevuta. Verranno analizzati gli investimenti previsti, dalle risorse economiche disponibili fino alle tempistiche di apertura e di sviluppo delle attività. Sarà esaminata inoltre l’estensione delle aree richieste e la loro destinazione urbanistica, per verificare la compatibilità con i regolamenti vigenti e le esigenze della comunità.
Nel corso delle valutazioni si valuterà anche il potenziale impatto occupazionale, con l’obiettivo di massimizzare la creazione di posti di lavoro stabili. Allo stesso tempo si controllerà che ogni intervento si inserisca in un contesto che salvaguardi e rispetti l’ambiente circostante, evitando danni e rischi alla salute pubblica. L’analisi approfondita permetterà di scartare iniziative incompatibili, lasciando spazio a proposte capaci di mantenere un equilibrio tra sviluppo economico e tutela dell’ambiente.
Questa fase ha un ruolo chiave per orientare le decisioni future in modo concreto e basato su dati oggettivi e rilevazioni sul territorio.
Nomina del commissario e ruolo di coordinamento
Per guidare l’intero processo è prevista la nomina di un commissario che avrà compiti di coordinamento e gestione delle procedure. La figura fungerà da punto di riferimento unico per snellire le pratiche burocratiche e accelerare l’iter di approvazione e realizzazione dei progetti. La nomina serve anche a mantenere un filo diretto tra tutti gli attori coinvolti, assicurando coerenza nelle operazioni e rispetto dei tempi previsti.
Il commissario potrà intervenire in modo deciso per risolvere eventuali criticità che dovessero emergere nel percorso, armonizzando le esigenze dei soggetti pubblici e privati. Il coordinamento in un’unica figura permette di ridurre conflitti e dispersioni di competenze, mantenendo il processo snello e trasparente.
Questa scelta mira a dare solidità e chiarezza al percorso di riconversione, soprattutto in una fase in cui i tempi sono stretti e le variabili numerose.
Interlocuzione con il ministero e pianificazione strategica
Una parte importante dell’operazione riguarda il dialogo tra enti locali e Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica . Nel mirino c’è l’area ex parco serbatoi , che dovrà essere ricollocata nella nuova strategia urbanistica e industriale. Il confronto con il ministero è fondamentale per stabilire la destinazione finale, tenendo conto delle scelte politiche nazionali in materia ambientale.
Parallelamente, un comitato interministeriale si riunisce per orientare le linee guida dell’intervento, garantendo che le scelte territoriali siano coerenti con gli obiettivi nazionali di decarbonizzazione e sviluppo sostenibile. L’approvazione del comitato fornirà una cornice di sicurezza e indicazioni chiare per tutti i soggetti impegnati.
Questo lavoro congiunto tra ministeri e istituzioni locali punta ad allineare gli interessi territoriali con le strategie nazionali, elemento chiave per ottenere finanziamenti e impatto positivo.
Collaborazione fra mimit e invitalia per la riindustrializzazione
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e Invitalia hanno il compito di valutare le manifestazioni d’interesse al fine di pianificare in maniera concreta la riqualificazione industriale dell’area. Gli enti svolgono verifiche tecniche approfondite per capire quali iniziative possono passare alla fase operativa.
Tra gli obiettivi ci sono la promozione di investimenti che contribuiscano alla crescita economica e sociale del territorio, la creazione di posti di lavoro e il rilancio del tessuto produttivo di Civitavecchia. I risultati delle analisi saranno sintetizzati in un Accordo di Programma, un documento che formalizzerà la collaborazione e le attività future.
Questo passaggio chiude il cerchio del processo avviato, trasformando le proposte in progetti concreti e fondati sulle necessità reali del territorio, bilanciando sviluppo e sostenibilità.
Dichiarazioni istituzionali e prospettive per civitavecchia
Roberta Angelilli, vicepresidente della regione Lazio e assessora allo sviluppo economico, ha sottolineato il ruolo chiave della Regione nel coordinare la fase. Ha ringraziato il MIMIT per il lavoro svolto, definendo la chiusura di questa fase come un punto importante nel cammino verso il phase-out dal carbone. Angelilli ha garantito proseguimento dell’impegno per dare nuova linfa al tessuto economico e produttivo locale.
Il sindaco di Civitavecchia, Marco Piendibene, ha espresso apprezzamento per la serietà con cui si è proceduto. Ha sottolineato l’attesa per conoscere i risultati più dettagliati delle manifestazioni d’interesse, ricordando che le sfide saranno ancora molte. Ha chiesto di affrontare il futuro con senso di responsabilità e spirito propositivo, con l’obiettivo di far tornare a crescere Civitavecchia dopo anni di difficoltà legate al settore carbone.
Il clima tra istituzioni è di collaborazione e attenzione ai prossimi passaggi che determineranno il destino delle aree interessate e la loro trasformazione.