Genocidio degli ebrei operato dalla Germania nazista e i suoi alleati durante la Seconda guerra mondiale: oggi, 27 gennaio, in tutto il mondo si commemorano le vittime della Shoah.  Si celebra oggi, 27 gennaio, perché è questo il giorno in cui, nel 1945, le truppe dell’Armata Rossa entrarono per la prima volta ad Auschwitz.

Perché si chiama Shoah

Shoah è il termine che indica lo sterminio degli ebrei da parte della Germania nazista e dei suoi alleati. Nella lingua ebraica la parola significa “tempesta devastante” e viene usata per la prima volta nella Bibbia, nel libro di Isaia (47, 11).
Anche se molti accomunano il termine Shoah a quello di olocausto i significati delle due parole sono leggermente diversi. Con olocausto si fa riferimento a una forma di sacrificio praticata nell’antichità, specialmente nella religione greca e in quella ebraica, in cui la vittima veniva interamente bruciata. Con Shoah, invece, si definisce un sacrificio che poteva (e doveva) essere evitato.

La Giornata delle Memoria

Nata per ricordare la Shoah del popolo ebraico, la Giornata della Memoria si è trasformata presto in un momento in cui, in tutto il mondo, si commemorano le vittime causate dall’odio, dal fanatismo, dal razzismo e dal pregiudizio. Una Giornata nella quale ricordare per non dimenticare, per evitare che la Shoah si ripeta per altri popoli e per altre etnie. Ce n’è abbastanza, anche quest’anno, per fare della Giornata della memoria qualcosa che non sia un rito ripetuto.

La Giornata della Memoria nelle scuole

Sono state pubblicate una decina di giorni fa le Linee Guida sul contrasto all’antisemitismo nella scuola,  per contrastare il fenomeno rappresentano un importante strumento rivolto alle istituzioni, al mondo della scuola e dell’Università e a quello della comunicazione.

Il vademecum è suddiviso in quattro capitoli: forme dell’antisemitismo contemporaneo; educare contro l’antisemitismo in classe; indicazioni per i percorsi scolastici; documenti e materiali. “La scuola ha un ruolo molto importante nella lotta contro l’antisemitismo, così come – scrive Santerini – contro ogni forma di razzismo e discriminazione”. Una forma “di ostilità e intolleranza che minaccia la convivenza sociale e che rappresenta un pericolo per le nuove generazioni”. E che oggi, “assume oggi nuove forme”.

Le scuole devono educare i giovani contro il neonazismo, contro la negazione della Shoah, e contro i pregiudizi nei confronti del popolo di Israele: come quello riguardante il potere sull’economia e la finanza. Le linee suggeriscono ai docenti anche alcune tematiche trasversali, che coinvolgono diverse discipline.

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