La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte col vestito alla romana, viva viva la Befana! La storia della Befana.
Vestita di stracci, le scarpe rotte, un cappellaccio in testa, lo scialle addosso, la Befana è pronta a spazzare via con la sua scopa gli ultimi giorni di festa. La Befana è, nell’immaginario collettivo, un personaggio con l’aspetto da vecchina che porta doni o carbone ai bambini, più o meno buoni, la notte tra il 5 e il 6 gennaio. Generalmente, i bambini che durante l’anno si sono comportati bene riceveranno dolci, caramelle, frutta secca o piccoli giocattoli. Al contrario, coloro che si sono comportati male troveranno le calze riempite con del carbone o dell’aglio.
Perché Si Chiama Befana?
Il termine Befana deriva da “Epifania”, una parola greca che significa “manifestazione divina”. In tempi antichi, la dodicesima notte dopo il Natale è sempre stata dedicata alla luna e, con il termine Epifania, si faceva riferimento alla manifestazione della luce lunare che avveniva proprio intorno al 6 gennaio.
La leggenda della Befana
La leggenda narra che, I Re Magi, mentre erano diretti a Betlemme per portare i loro doni a Gesù Bambino, trovando difficoltà nel raggiungere la grotta della Santa Famiglia, chiesero informazioni ad una vecchietta incontrata lungo la strada. Nonostante le tante insistenze, la donna non volle unirsi a loro per far visita al piccolo appena nato, per poi pentirsene. Così, preparò un cesto ricco di dolci di ogni tipo, uscì di casa e si mise in cammino alla ricerca dei Re Magi, senza però trovarli. Ad ogni casa che incontrava lungo il cammino si fermava per donare dolciumi ai bambini che vi abitavano, nella speranza che uno di essi fosse Gesù bambino. Nasce così la leggenda della Befana che, di casa in casa, regala dolcetti ai bimbi buoni.
Narra una leggenda che Numa Pompilio, uno dei sette re di Roma, durante il periodo del solstizio d’inverno, avesse l’abitudine di appendere una calza in una grotta per ricevere doni da una ninfa. Così, nel tempo, la Befana ha coniugato tante storie, assumendo i connotati di una strega benevola, generosa dispensatrice di frutti della terra. I suoi doni commestibili, come frutta secca, mele, mandarini, vanno interpretati come offerte di primizie, che, richiamando i semi della terra, esercitano una funzione propiziatoria.
Nel 1928, il regime fascista introdusse la festività della Befana fascista, dove venivano distribuiti regali ai bambini delle classi meno abbienti. La Befana richiama la tradizione religiosa di Santa Lucia, che dispensava doni ai bambini prima di lei, come faceva San Nicola prima dell’avvento di Babbo Natale. Non è dunque cattiva, è solo infastidita con gli adulti e scorbutica con chi non le aggrada perché tenta di fare il furbo; ma con i bambini si mostra indulgente e comprensiva, una nonnina piena di attenzioni e regali.

La calza più lunga del mondo a Viterbo
Niente Calza più lunga del mondo. Salta anche quest’anno l’evento. “Eh sì – spiega Massarelli – purtroppo il poco tempo a disposizione per prevedere un piano di sicurezza adattabile ci ha spiazzato e anche in questo 2022 la calza della befana più lunga del mondo non andrà in scena. Abbiamo provato a sondare le possibilità anche con il Comune, ma la risalita dei contagi, e queste nuove misure, ad oggi sono un grosso impedimento, soprattutto per una manifestazione come la nostra, che crea un polo attrattivo poco gestibile. Con sommo rammarico, quindi, dobbiamo rinunciare”.
