Secondo il decalogo Ue sulla “correct communication”, fornito dalla Commissione, basta ai riferimenti anche su genere, etnia, razza, disabilità e orientamento sessuale. Non si può più scrivere “Natale”: anche le festività non dovranno più essere riferite a connotazioni religiose.
Lo scopo della Commissione è portare “ogni persona in Ue ad avere il diritto di essere trattato in maniera eguale senza riferimenti di “genere, etnia, razza, religione, disabilità e orientamento sessuale”.
Le linee guida
Nel decalogo Ue ci sono alcune raccomandazioni da usare sempre, a partire dal fatto di “non usare nomi o pronomi che siano legati al genere del soggetto e mantenere un equilibrio tra generi nell’organizzazione di ogni panel”. Se si utilizza un contenuto audiovisivo o testimonianze, bisogna assicurarsi che “la diversità sia rappresentata in ogni suo aspetto, perciò non rivolgersi alla platea con le parole “ladies” o “gentleman” ma utilizzare un generico “dear colleagues”. Quando si parla di transessuali “identificarli secondo la loro indicazione”. Non si può usare la parola “the elderl”‘ (gli anziani) ma “older people” (la popolazione più adulta). Infine è obbligatorio parlare di persone con disabilità con riferimento prioritario alla persona (ad esempio al posto di “Mario Rossi è disabile” va utilizzato “Mario Rossi ha una disabilità”).
La questione religiosa
Tra le regole ci sono anche riferimenti ad una “corretta” comunicazione in merito alle religioni. Ad esempio nel testo si consiglia, in qualsiasi contenuto comunicativo, di “non usare nomi propri tipici di una specifica religione”. In merito alle festività la commissione chiede di “evitare di dare per scontato che tutti siano cristiani”. Con tanto di esempi: al posto di dire o scrivere “il Natale è stressante” l’esecutivo europeo invita ad utilizzare le parole: “Le festività sono stressanti”.
Le reazioni
Le reazioni sono arrivate da tutto il mondo politico. «Maria, Giuseppe. Viva il Natale. Sperando che in Europa nessuno si offenda», ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, commentando su Twitter il documento della commissione Ue. «La Commissione Europea, tramite un documento interno, considera il Natale festività poco «inclusiva». Nel bersaglio anche i nomi Maria e Giovanni. Il motivo? Potrebbero risultare «offensivi» per i non cristiani. Ora basta: la nostra storia e la nostra identità non si cancellano». Così, con un tweet, la leader di Fdi, Giorgia Meloni, era intervenuta ieri per contestare la decisione presa a Bruxelles che ancora oggi ha acceso un forte dibattito politico.
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