Come ogni fine anno arriva anche per i viterbesi il tempo dei bilanci per il 2019 appena trascorso ed anche la redazione di TLN non ha potuto evitare di stilare una personale classifica; un gioco, ma anche un modo per ricordare persone ed eventi che hanno segnato questi mesi.
La classifica:
10 Piero Camilli E’ lui l’uomo dell’anno per Telelazionord. Il Patron che ha vinto con la Viterbese lo Scudetto dilettanti, la Coppa Italia di Serie C, capace di “perculare” Adriano Galliani la sera della vittoria, urlare in faccia a Ghirelli che “le cose non vanno minga”, rifiutarsi di scendere in campo fino a prova contraria e infine capace di obbligare il comune a fargli il campo di allenamento per poi andarsene; per la condanna mai provata, del figlio minore. Sulla porta d’uscita, anche il merito non da poco, di aver trovato un successore degno di questo nome. Lanciatore di “bottigliette d’acqua da stadio” senza concorrenti. Immarcescibile.
9 Alessandro Ruggeri In pochi avevano creduto che ci fosse vita all’UNITUS dopo i due imperatori Scarascia Mugnozza e Marco Mancini, epopee che nemmeno i produttori di Guerre Stellari avrebbero mai immaginato. Eppure il “nostro” Ruggeri ha ruggito. Senza impaurirsi di paragoni e pressioni, ha creato una nuova strada per l’università viterbese. Cosi sono arrivati i festeggiamenti per i 40 anni di vita universitaria con il Presidente Mattarella, gli accordi con tutti i possibili partner del territorio e anche la scelta del suo successore, come nelle migliori tradizioni universitarie. Rettore d’acciaio.
8 Alfonso Antoniozzi 10 e lode per il Maestro d’arte. Imbattibile, effervescente, divertente, istrionico, gioviale, simpatico, e chi più ne ha, più ne metta. Raramente Viterbo ha espresso un artista cosi completo e cosi capace di calpestare un palcoscenico nazionale. Quale viterbese, la festa di sant’Ambrogio, non si è trasformato in un melomane incallito per seguire le prodezze di Alfonso in prima mondiale, e non ha detto, “Aho questo è amico mio!” Peccato sta fissa della politica, per cui merita una striminzita sufficienza. Come diceva Machiavelli: “Gli artisti seguano un Principe e ne siano consiglieri, ma non si candidino in comune.”
7 Il Carnevale Viterbese Un miracolo. Come un branco di “fregni” senza patria, sia riuscito a ridare vita al Carnevale Viterbese, mettendo insieme tutti, in una città in cui tutti sono contro, a prescindere, rimane un mistero. Lucio, Massimiliano, Katia, La Divina, Rossella, Alessia etc etc, centinaia di persone che tutte insieme, ognuno con il proprio ruolo, hanno unito la città alla provincia per fare una grande e gioiosa manifestazione di popolo, seconda solo a Santa Rosa. Ora ragazzi l’obiettivo è fare meglio e non litigare. C’è un popolo di signor nessuno che si riconosce nella festa, che da festa di nessuno, è diventata la festa di tutti. Per una volta, buttiamo via la maschera da viterbesi snob e mascheriamoci tutti, per la felicità di grandi e piccini. Goji.
6 Giovanni Arena Il sindaco più multiforme che questa città abbia mai avuto, maestro fra i bambini, giovanotto fra gli anziani, medico fra gli infermi. Capace di stare bene su tutto, come i loden di una volta. Il sindaco più selfato d’Italia. Instancabile non si nega a nessuno, basta dire “Giova!” e lui subito arriva, con il merito di aver ricucito la distanza fra Comune e comuni cittadini. Ma non gli parlate di pratiche amministrative che diventa irascibile come pochi. Al motto “E CHE SO SINDACO IO?”
5 Domenico Merlani L’uomo che ha trasformato la Camera di Commercio: in soggiorno, due stanze e cucina. Un luogo impalpabile dove non si decide molto, si rischia poco e non ci si fa vedere per nulla. Le aspettative erano molto alte al momento della nuova presidenza in CCIAA, e al secondo mandato gli articoli agiografici non bastano più. Il prossimo anno o la va o è meglio spaccarla la CCIAA. Viterbo da una parte, Rieti dall’altra.
4 Chiara Frontini Diceva il Saggio: “Grandi aspettative, generano grandi delusioni.” E stavolta vittima di se stessa è la giovanissima promessa politica viterbese. Persa per pochi voti un’elezione che sarebbe stata storica per la città, non si è più ritrovata. Veline di regime, opposizione minimalista, discussioni sui cavilli, ma di sostanza veramente poca. Note positive: un matrimonio felice, e la giovane età. La speranza, è che 2020 non sia la data di scadenza del suo movimento.
3 Giacomo Barelli E’ il consigliere comunale, che insieme ad Alvaro Ricci e Massimo Erbetti fa una opposizione efficace, precisa, puntuta, competente, cosa che gli merita un bel 6. Ma le continue intemperanze, stravaganze ed escrescenze che accompagnano i suoi modi non possono far dimenticare che quella stessa sala comunale ha visto i padri della città; e la città non merita ciò. Sul piatto rimane la presunta incompatibilità. Roba da 0 in condotta, media 3
2 I villaggi natalizi, 2 il voto che si prendono. Diciamoci la verità, hanno fatto un gran casino. I solerti inventori del villaggio natalizio in salsa viterbese hanno creato, gestito e poi massacrato la più brillante idea turistica che questo territorio aveva visto negli ultimi anni. E cosi tutti i turisti a correre a Sutri per tornare incazzati neri per le aspettative disattese rispetto agli anni precedenti, e tutti i viterbesi a convincersi che il village c’era anche a Viterbo pure se nessuno è sembrato accorgersene. La speranza è: facessero tutti pace! prima col cervello, poi fra di loro.
Il voto più basso 1 lo diamo a tutti i nostri concittadini che anche nel 2019 si sono distinti per non rischiare nulla e dire sempre….NO. Perché comunque chi eccelle lo fa perché è raccomandato; chi arriva prima vai a sapere chi c’ha dietro; perché se se faceva come dicevo io allora si; perché se so incavolato lo so io perché. Il tutto sulla scorta del motto tipicamente viterbese del “sachimmin…….” Viterbicoli.